È un piatto delle feste, molto elaborato e pieno di ingredienti lussuosi.In particolare si preparava per il martedì grasso, festa nella quale tutti, cardinali, nobili e popolino si concedevano piatti più ricchi del solito, prima di un lungo periodo di quaresima (che per i poveri era più lungo!).Risale al periodo d’oro del governo di Ferrara guidato dai duchi d’Este, quel quattrocento che ancora ignorava l’America, le patate, i pomodori e molto altro del Nuovo Mondo.
Ha quindi origini antiche ma ancora adesso si trova facilmente non solo in molti ristoranti di Ferrara durante tutto l’anno (anche se è un piatto invernale), ma in quasi tutte le pasticcerie, accanto alle paste salate. Le versioni sono infinite: si può trovare con la pasta brisè dolce o con la pasta sfoglia salata, con il ragù di vitello e maiale, con la salsiccia, con i fegatini di pollo, con il sugo di piccione …Io vi segnalo quelle che faccio io.
Mangiate il pasticcio dopo avere riletto le stupende pagine di Maria Bellonci su Lucrezia Borgia (anche se di ‘500 e non di ‘400 si tratta) ve lo farà sembrare più buono ancora …e vi farà sentire un po’ duchesse o duchi rinascimentali, protettori della cultura, dell’arte, del bello e della buona tavola!Se poi lo accompagnate con una bottiglia di Ripasso … me lo raccontate!