Site icon Giornale del cibo

Lipton

lipton

di Alex Castelli.

Quando si pensa a questo tè non può non venire in mente la sua pubblicità ormai storica, con Dan Peterson che ne decanta le virtù da “numero uno”. Un esempio di strapotere della pubblicità televisiva o di campagna ottimamente riuscita? Dipende dai punti di vista.

I prodotti di casa Lipton si dividono in caldi e freddi. Oltre alla storica miscela Yellow Label, dal gusto classico e corposo, tra i caldi c’è il tè verde, con foglie in pezzi grossi ed effetti antiossidanti, i tè fruttati alla pesca, alla vaniglia, alla fragola, al limone e ai frutti di bosco. Poi ci sono le miscele pregiate nei filtri in mussola a trama fine: l’Earl Grey Russo aromatizzato agli agrumi, il tè verde Orient arricchito con spezie orientali, l’Orange Jaipur e l’Indian Spice ispirati alla cultura indiana e il Green Tea Mint, miscela di tè orientali aromatizzati alla menta.
Il famoso Lipton Ice Tea (quello di Dan Peterson, per capirci), è invece commercializzato nelle versioni classica al limone, Peach (alla pesca) e Green (verde). La casa dichiara che tutti e tre i gusti di tè freddo non contengono coloranti né conservanti.

Il suo nome deriva dal fondatore dell’azienda, Sir Thomas Lipton, scozzese. Nel 1880 Lipton acquistò delle piantagioni di tè nell’isola di Ceylon (oggi Sri Lanka), per confezionarlo e importarlo in Europa e negli Stati Uniti, “dalla piantagione alla teiera” (parole sue). L’attività ebbe successo, tanto che appena otto anni più tardi venne insignito del titolo di Sir dalla Regina Vittoria. La grande idea di Lipton è stata trasformare il tè in una bevanda popolare, accessibile a tutti, abbattendo i costi con imballaggi sicuri e a tenuta di aroma. Prima di allora, infatti, gli alti costi di produzione e trasporto lo rendevano una bevanda riservata ai ricchi.

Pare anche che l’invenzione del tè freddo sia da riportare a questo marchio storico. Come altre grandi invenzioni dell’uomo, fu scoperta per caso, cercando di raffreddare un tè fumante con pezzi di ghiaccio per dissetare una delegazione di ospiti accaldati a una fiera campionaria negli USA, nel lontano 1904.

Il blending è la miscelazione di tè con caratteri diversi, dati dalle caratteristiche climatiche e geografiche del terreno di coltivazione e dai procedimenti di appassimento, fermentazione e selezione. Per ottenere un tè con caratteristiche costanti, Lipton impiega assaggiatori professionisti, che valutano tutte le caratteristiche organolettiche dei vari tè da miscelare. Devono essere così bravi da stabilire le percentuali esatte dei diversi tè provenienti dalle piantagioni di tutto il mondo per ottenere il tè da confezionare sotto il marchio Lipton.

Nelle Coffee Houses inglesi, i locali per ricchi dove dal 1600 i nobili inglesi – solo uomini – andavano a sorseggiare gli infusi, il ruolo di blenders (miscelatori) era riservato alle donne.
Il tè comunque ha origini orientali. La pianta da cui si ricavano le foglie da infuso, la Camelia Sinensis, è originaria della Cina e dell’India, ma oggi è coltivata in molte altre nazioni. Lipton gestisce direttamente 20.000 ettari di piantagioni in Kenya, Tanzania e India e le gestisce con grande attenzione per l’agricoltura sostenibile e lo sviluppo delle popolazioni locali.

Exit mobile version