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zuanne
Oggi vengo a voi stimate amiche e cari amici con una ricetta la cui origine si perde nella notte dei tempi,molto probabilmente la usavano anche i popoli dei Nuraghi,vi parlo di: fae sicca a sa Cuglieridana Lasciatemi spendere qualche riga, per presentarvi con malcelato orgoglio il mio paese d’origine CUGLIERI va considerato tra i più bei centri dell’isola,non solo per la varietà del suo territorio-dove si fondono in perfetta armonia mare collina e montagna, ma anche per ragioni geografiche e storiche. Posto nella parte centro occidentale dell’isola,ne raccoglie tutte le caratteristiche senza estremizzarle.Dal punto di vista storico ha condiviso le vicende del nord,del sud e del centro isola. Ha appartenuto al giudicato de Logudoro ed a quello di Arborea,alla provincia di Cagliari,poi di Nuoro e infine di Oristano.È stato capoluogo di Curatoria nel periodo Giudicale,di Baronia nel periodo Feudale,e infine capoluogo di provincia nel regno di Sardegna:una circoscrizione che comprendeva Montiferro,Planaria e Marghine 1821-1859.Nel suo territorio-a Cornus,citta Fenicio-Cartaginese-si è combattuto per la Sardegna la battaglia più importante dell’antichità. Da quell’anno,215 avanti Cristo,l’isola è infatti diventata Romana Dal 1927 fu sede del Pontificio Seminario Regionale dove venivano formati dal ginnasio sino al dottorato tutti i sacerdoti della Sardegna questo sino al 1970 anno della sua chiusura,in quarantaquattro anni ha formato 1100 sacerdoti Una ventina dei quali sono diventati vescovo. (Tratto dal libro “la mia Cuglieri “di Gianni Rosa edizione biblioteca del Montiferru ). Ora il paese vivacchia è ancora ricco con la sua agricoltura principalmente dedicata alla cultura dell’olivo, si producono anche merci ortofrutticole oltre che granaglie , non tralasciando l’allevamento sia bovino che ovino, ma come gran parte dei comuni Sardi lamenta una forte disoccupazione giovanile.Chiedo venia per la licenza che mi sono preso ma ci voleva, visto che in zona il mio paese lo chiamano Cuglieri fae.Torniamo alla ricetta una estiva e una invernale.
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Preparazione 2 ore
Tempo totale 2 ore
Portata Primi in brodo
Cucina Italia
Porzioni 6 persone

Ingredienti
  

Per la versione estiva

Per la versione invernale

Istruzioni
 

  • La sera prima metto a mollo le fave in abbondante acqua tiepida; il giorno dopo per una quindicina di minuti faccio bollire le carni in acqua leggermente salata.
  • Intanto con un coltellino tolgo alle fave il sigillo nero che hanno in cima, tagliando via la parte di pelle interessata.
  • Le metto a bollire in acqua leggermente salata con le carni che scolo dalla prima bollitura, gettando via il liquido.
  • A metà cottura, aggiungo le verdure cominciando da quelle che richiedono più tempo di cottura man mano aggiungendo il resto e, a cottura ultimata, che deve essere lenta ma a lungo in modo che parti delle verdure si spappolino rendendo il brodo denso e corposo, aggiungere a crudo l’olio d’oliva.
  • Servire con pane scuro un po’ raffermo.

Note

Vino consigliato Cannonau o Oliena insomma un rosso corposo a vostro piacere.
Come tutte le zuppe di legumi e buona mangiarla subito, ma mangiarla riscaldata il giorno dopo è veramente una leccornia.