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CIR food porta ad Expo “Il Gusto della Visione”

Il Gusto della Visione

Il cibo è “Energia per la vita”, fonte di nutrimento fisico del corpo, ma è anche molto altro: ce lo ricorda Expo 2015, che nel cibo vede una delle tante manifestazioni della cultura di un popolo.

Ma ce lo ricordano soprattutto gli eventi artistici collaterali a cui potremo assistere all’Esposizione Universale. Tra questi “Il Gusto della Visione – Taste of Vision, la mostra che verrà ospitata dai 4 ristoranti “Tracce” gestiti da CIR food, all’interno delle aree espositive.

Le opere

Sono 15 le artiste coinvolte nel progetto di CIR food, curato da Vittoria Surian (nota per i suoi contributi alla Biennale di Venezia) e che si avvale di un omaggio del noto critico d’arte Gillo Dorfles. Attraverso dei “libri-opera”, vere e proprie tavole d’artista affiancate alla parola poetica, che rimandano alla terra e ai suoi prodotti, il cibo si arricchisce di valori simbolici, sociali e culturali.

Un Taccuino, distribuito nei ristoranti, documenta le opere della mostra, il cui significato è approfondito all’interno di un Catalogo redatto con il contributo della scrittrice Antonia Arslan, che commenta le poesie di Daniel Varujan, e dell’antropologo Marino Viola, che ci parla del rapporto tra natura, cibo e arte nella storia culturale dell’umanità.

Le affinità tra cibo e arte: l’atto simbolico del nutrimento

Sia il cibo che l’arte passano attraverso un processo di trasformazione: il primo conduce al nutrimento materiale del corpo, il secondo alla creazione di un’opera materiale, a partire da un simbolo. Entrambi sono protagonisti di un atto creativo ed entrambi hanno come fine ultimo quello del “nutrimento”, seppure con modalità e significati differenti.

L’analogia tra queste identità è contenuta in maniera esplicita nel titolo della mostra: la parola “gusto”, intesa come percezione sensoriale che ci consente di riconoscere ed apprezzare le sostanze che portiamo al palato, e che in materia estetica viene utilizzata per indicare la capacità di apprezzare ciò che è gradevole alla vista.

Un concetto ben sintetizzato dalle parole del direttore commerciale e marketing di CIR food, Giuliano Gallini, che a proposito osserva come “Grazie a questa iniziativa la tavola non è più associata solo al momento del consumo e della condivisione del cibo, ma diventa un luogo privilegiato per sperimentare il gusto della visione, uno spazio che invita il visitatore a fermarsi, a rallentare e a concedersi un momento di riflessione sul significato che il nutrire può assumere in una dimensione simbolica.”

 

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