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Identità Golose 2019: la cucina tra memorie collettive e nuove suggestioni

identità golose 2019

     

    “All’apparenza cucinano, ma in verità i cuochi, con il loro lavoro e i loro pensieri, vanno ben oltre il mero eseguire ricette e idee. La verità è tutt’altra e si allunga verso orizzonti ben più vasti e sfumati. Costruire Nuove Memorie è quanto sognano, sperano di fare coloro i quali pensano e scrivono nuovi piatti, con la speranza che diventino nuove memorie collettive, nuove tradizioni”. L’incipit dell’edizione 2019 di Identità Golose, il congresso internazionale di cucina tenutosi a Milano dal 23 al 25 marzo, ha messo in risalto l’interessante tema di quest’anno, costruire nuove memorie, che ha stimolato la creatività dei protagonisti che si sono alternati sui palchi delle varie sale del Centro Congressi. Bottura, Cracco, Romito, Alajmo, Beck, Apreda, Uliassi, Assenza, Caruso, Rossi, Scamardella: tanti i nomi e i volti che hanno letteralmente ipnotizzato la platea con parole e ricette, tecniche e riflessioni. Mettere ordine tra gli argomenti e gli interventi è d’obbligo, ed ecco di seguito la nostra cronaca di Identità Golose 2019.

    Identità Golose 2019: il primo giorno

    Il talk di apertura (“Identità TV – 60 anni di alta qualità a tavola”) ha sicuramente caratterizzato la prima giornata. Un viaggio nella storia del cibo in televisione, partendo dal 1957 quando Mario Soldati parlò per la prima volta di temi legati all’enogastronomia, per giungere a Masterchef, attuale tormentone che ha introdotto una tv meno legata alle ricette e più al racconto. Sul palco anche Antonella Clerici, che ha spiegato l’importanza di proporre piatti facili e replicabili, e Antonino Cannavacciuolo che ha raccontato come il suo iniziale scetticismo verso la tv sia stato superato dai risultati e dal successo ottenuto.

    Nel corso della giornata, nelle varie sale si è parlato di svariati temi. Ecco alcuni interventi particolarmente interessanti:

    Il secondo giorno di Identità Golose

    L’omaggio ad Alain Ducasse è stato il momento più significativo della domenica: Berton, Bottura, Cracco e Oldani hanno raccontato la loro esperienza con il grande chef francese, sottolinendone il rigore, la precisione, l’abnegazione e la capacità di trasmettere la sua conoscenza. Berton si è cimentato con un piatto a base di verdure, Cracco ha lavorato con spugnole, tartufo, pere e noci; Oldani ha ricordato la sua creazione “Il pomodoro”, raccontando come l’esperienza con Ducasse e la lavorazione su questo ingrediente sia poi divenuta fonte di ispirazione; Bottura, infine, ha presentato i ravioli con ripieno di porri, tartufo nero e foie gras. “Ducasse mi ha trasmesso la disciplina, sono rimasto folgorato dalla sua ossessione per la qualità”, ha detto sul palco lo chef dell’Osteria Francescana.

    Tra gli altri interventi di giornata, meritano una menzione:

    Il terzo giorno di Identità Golose

    Giornata di chiusura con interventi emozionanti e chef che non si sono risparmiati per incuriosire la platea e far cultura del cibo. È il momento di Massimo Bottura e Riccardo Camanini, Paolo Lopriore e Niko Romito, senza dimenticare alcuni protagonisti stranieri e gli immancabili premi per i giovani. Tra i momenti da ricordare dobbiamo sicuramente menzionare:

    Oltre 100 interventi, nuove aree tematiche, una intera sezione (Identità di Champagne) tutta al femminile. Tanti chef affermati, nuovi talenti che muovono i primi passi in convegni di questo tipo, un continuo confronto di idee e contaminazioni, esperienze e sensazioni. Ma, per quanto possa sembrare incredibile, da tante visioni differenti è emerso un pensiero comune, che ha superato confini è filosofie culinarie: la necessità di far evolvere le memorie per dar continuità al loro valore.

    Foto: identitagolose.it e facebook.com/identitagolose

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