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Alla Tavola Di Yasmina

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Titolo: Alla tavola di Yasmina (Sette storie e cinquanta ricette di Sicilia al profumo d’Arabia)
Autori: Maruzza Loria – Serge Quadruppani
Casa editrice: Oscar Mondadori
Prima edizione: 2004
Pagine: 171
Prezzo: €10,40

Nell’introdurre questo libro, lo scrittore Andrea Camilleri cerca di definirne il genere e inquadrarlo in una categoria specifica. “Racconto d’amore, storia di una sfida mortale, raccolta di leggende, excursus storico, inno al piacere di narrare, ma soprattutto libro di cucina. Un ricettario, precisamente”. Poi conviene che si tratta anche di un saggio sulla democrazia, dato lo stretto legame, nell’ambito di uno stesso menu, tra cucina povera e cucina ricca, senza ombra di distinzione, principio per il quale le panelle, il maccu, la caponatina si trovano affiancate alle triglie all’arancia o al capretto farcito. Alla fine riassume tutto in un prezioso suggerimento: “Mi viene da dire: leggetelo, certo, ma anche assaggiatelo, gustatelo”, esortando ad affidarsi al proprio palato per ricavarne la sintesi ultima e strettamente personale. Perchè una cosa è certa: le sette cene attraverso cui si snoda l’intera vicenda contengono non solo le antiche ricette per provare a cimentarsi nell’impresa di riprodurle, ma anche la mirabile descrizione di sapori e profumi condotta dai due autori.
Semplice la trama, quasi banale nel suo ripetere la ben più celebre storia delle Mille e una notte e della protagonista Shahrazàd: anche qui compare una bellissima principessa araba ed è in pena per la sorte del fratello, Omar Ibn Khalid, condannato a morte per alto tradimento da Ruggero d’Altavilla, conte di Sicilia; e anche qui l’astuzia e la capacità oratoria, insieme alle virtù culinarie e seduttive di Yasmina, saranno il perno intorno a cui ruoterà la sorte del condannato.

Sette cene: tanto dura la manovra di persuasione nel confronti del futuro re, ammaliato dalla bellezza della donna, ma soprattutto dalle prelibatezze che ogni sera allestisce per lui accompagnandole con racconti incantatori sul tema dell’amore visto da ogni angolazione. L’amore materno, l’amicizia (forte quanto l’amore, recita il titolo), l’amore cortese, l’amore per gli animali, l’amore filiale, l’amore tra fratelli e sorelle fino a giungere all’amore perfetto, con sui si chiude il libro. Il titolo di ogni capitolo, cui corrisponde una cena (del primo giorno, del secondo giorno e così via), è accompagnato dall’elenco del menu e si apre con il racconto di una leggenda, inframmezzato alla descrizione delle portate offerte a Ruggero e agli effetti che hanno su di lui; quindi si chiude con una parte riservata alle ricette vere e proprie: grandi classici della cucina siciliana, di cui si mostrano le influenze arabe, senza voler ricostruire, come specificano i coautori, la realtà storica dell’alimentazione ai tempi di Ruggero I.

Mirabile la descrizione della caponata: “[…]che è come un concentrato di Sicilia: la melanzana violetta che il mio popolo ha portato dalla Persia, insieme con l’oliva bianca, i capperi, il potente sedano…ognuno cotto a parte, ben insaporito ciascuno nel proprio aroma prima di mescolarsi a quello delle altre verdure, come un coro di cantanti che avranno coltivato a solo il proprio talento prima di unirlo a quello degli altri per fonderli insieme, riuniti ed esaltati sotto la direzione di un maestro: esattamente come queste verdure sotto la sferzata dell’aceto e la dolcezza dello zucchero….”. Bellissimo il racconto della nascita delle isole Eolie, le sette sorelle che “portano il nome del loro sposo divino” cui si sono offerte, fissandosi per sempre nella pietra, per amore del loro fratello, Pellegrino, il quale “consacrò il resto dei suoi giorni a far prosperare gli orti e i giardini e a elargire la carità su quel monte, a strapiombo su Palermo, che ormai porta il suo nome...”.

di LunaB

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