Il termine cannauruzzuna in Sicilia indica i rigatoni grossi mentre il termine jurnataru indica il bracciante agricolo che lavorava a giornata. Questo piatto unico veniva consumato in genere la sera, a fine giornata,e ne esistono (o almeno così io ricordo) due varianti: quella più sostanziosa che veniva preparata in autunno e precisamente in periodo di raccolta delle olive, e quella più fresca ma non per questo più leggera che si preparava per le sere d'estate soprattutto al tempo della mietitura o della raccolta delle olive. Da bambino, in campagna insieme a mia nonna, aspettavo il momento il cui i jurnatari, uomini e donne, consumavano quel pasto in comune tutti seduti ad una tavolata apparecchiata nel baglio (cortile) di casa a cui prendevamo posto anche mia nonna ed io. Quella che ora suggerisco è la variante autunnale.
Con una forchetta ridurre la ricotta in poltiglia e sbattervi dentro le tre uova.
Fate appassire con la sua stessa acqua di vegetazione la cipolla tritata quanto più sottile possibile.
Una volta appassita da essere quasi cremosa, incorporarla nella ricotta.
Infine bucherellare con uno stuzzicadenti la salsiccia e metterla in una padella a bordi alti coperta di acqua e farla bollire per circa 20 minuti in maniera che perda il grasso in eccesso ed abbia una sommaria cottura.
Ultimata questa operazione, tagliare la salsiccia a tocchetti ed incorporarla alla ricotta.
Una volta lessata la pasta la si sciorina in un grande contenitore e la si rimescola con il condimento spolverando il tutto con formaggio grattugiato e pepe nero.
La si può consumare subito o passata in forno per qualche minuto.
A casa mia si utilizzava il cosiddetto tianu che è una grossa teglia di terracotta.
Ora si può usare tranquillamente una normale pirofila.