Mazza di tamburo è uno dei nomi volgari della lepiota procera, un fungo particolarmente vistoso, inconfondibile e, soprattutto buonissimo; oltretutto è anche molto frequente nei prati e boschi di collina. E' facilmente riconoscibile, intanto per le grandi dimensioni, poi perché l'anello che si trova sul gambo non è fissato a questo, ma può scorrere su e giù. Quando è giovane il cappello ha una curiosa forma sferica che sul lungo gambo giustifica il nome di mazza di tamburo. Durante la maturazione del fungo il cappello si spiana e somiglia sempre più ad un ombrellone aperto, tanto che in alcune località è noto anche come ombrellone.
Questa Ricetta delle Mazze di Tamburo è semplice e leggera: i funghi vengono infatti marinati solo con olio, aglio, sale, pepe e prezzemolo e cotti su una graticola. Per me è il fungo che in assoluto si presta ad essere cotto in questo modo, ma per gustarlo veramente occorre avere la precauzione di cucinarlo come vado ad illustrarvi: eviterete così che si brucino durante la cottura assumendo un sapore sgradevole.
Pulire bene i funghi strusciando il cappello con un panno umido. Asportare il gambo. Disporli su dei piatti con le lamelle rivolte verso l'alto.
Tritare finemente l'aglio ed il prezzemolo, quindi disporlo fra le lamelle, dove andrà messo anche il sale ed il pepe.
Sempre tenendo i funghi con le lamelle in alto, condirli con un poco olio, l'ideale sarebbe disporre di un nebulizzatore spray.
Riporli a marinare in frigo per almeno un'ora.
Preparare la griglia con carbonella fine, ma, in assenza, si può usare anche quella elettrica tenendo la temperatura bassa.
Prima di cuocere i funghi, qui sta il segreto, vanno posti a sandwich a due a due, tenendo le lamelle col condimento all'interno. Così facendo si eviterà che le lamelle si brucino in cottura dando al tutto un terribile sapore di bruciato.
Una volta in gratella vanno girati più volte fino a completa cottura, non ci vuole molto. E' tutto, buon appetito.