
Storia della Nutella e di altre ricette nate per errore
Non tutte le ciambelle vengono col buco. E non tutte le creme nascono Nutella. Questione di ricetta, certo. Di abilità, ovvio. Ma anche di fortuna, casualità e intuito: questi sono gli ingredienti della storia della Nutella e delle sue origini, e di altre ricette famose nate per errore. Infatti, per quanto la distrazione non sia sempre amica della buona cucina, anche quando si è ai fornelli non bisogna sottovalutare il potere della serendipità, ovvero della capacità di volgere a proprio vantaggio una distrazione o un imprevisto, grazie anche a un pizzico di creatività. È quello che succede nel caso della Nutella e non solo: scopriamo come.
Origini della Nutella: come è nata la crema spalmabile più famosa al mondo
Probabilmente oggi non sappiamo immaginarci un mondo senza Nutella, ma la crema spalmabile al gusto di cioccolata e nocciola non esiste da sempre e, anzi, la sua invenzione – di fatto piuttosto recente, dato che il primo barattolo di Nutella venne prodotto solo nel 1964 – è frutto di tanta determinazione e, a quanto pare, anche di un bel po’ di fortuna. Alle origini della Nutella c’è infatti la caparbietà di Pietro Ferrero, il patron dell’omonima azienda dolciaria che, pasticcere a Torino, comincia presto a interrogarsi su come poter fornire un pasto alternativo, ma sufficientemente energetico e saporito, ai numerosi operai che vede passare davanti alla sua bottega sempre muniti di pane farcito. Con questo scopo, nel 1925, Pietro mette in commercio un “pastone”, una specie di panetto di cioccolato da tagliare e accompagnare tra due fette di pane.
Il Giandujot: il “nonno” della Nutella
Nonostante il sapore gustoso, Pietro non è ancora soddisfatto e così, dopo essersi trasferito da Torino ad Alba a causa della Guerra, continua nella sua ricerca della formula giusta per rendere il composto più morbido. Ci arriverà tra il 1945 e 1946 quando, ritrovando un vecchio barattolo di burro di cacao, deciderà di aggiungerlo all’impasto, ricavandone così un amalgama decisamente più soffice e facilmente affettabile, che non tarderà a produrre con l’etichetta di Giandujot. Il nome, tipicamente piemontese, richiama così il gianduia, quel misto di cioccolato e nocciole già diffuso nella zona delle Langhe, e il successo è immediato. Ad apprezzarlo sono non solo gli adulti, ma soprattutto i bambini che diventano così l’obiettivo principale dei successivi esperimenti di Casa Ferrero.
L’invenzione della Nutella e del nome che l’ha resa famosa
A partire dal ‘49 sarà infatti il figlio di Pietro, Michele Ferrero, a proseguire l’attività paterna e ad avere l’intuizione che decreterà il destino, roseo, dell’azienda. Come in tutte le storie, anche in questa il passaggio cruciale è nebuloso e, per questo, ancora più affascinante. A seconda delle versioni, infatti, l’ambientazione varia tra gli stabilimenti della Ferrero e le botteghe dei rivenditori, ma il nocciolo rimane lo stesso: pare infatti che nella torrida estate di quell’anno, i panetti di cioccolato avessero cominciato a sciogliersi a causa dell’elevata temperatura, facendo diventare il Giandujot inaspettatamente spalmabile. Un’opportunità che non sfuggì a Michele Ferrero, il quale si mise subito all’opera per riprodurre questa caratteristica, che rendeva così ancora più pratica e versatile la pasta di cioccolato. Sono gli anni Cinquanta e l’antenato della Nutella è pronto per il mercato: nasce in quest’epoca la Supercrema, la crema spalmabile a base di nocciola, cioccolato e olii vegetali (tra cui oggi il contestato olio di palma) che anticiperà di qualche anno l’avvento della Nutella vera e propria. Prima c’è infatti la ripresa economica dell’Italia e il diffondersi di nuove abitudini alimentari: i bambini, per esempio, da Nord a Sud, iniziano a fare merenda con pane e cioccolato. E poi, nel 1962, c’è una legge che, nel vietare l’utilizzo di superlativi e accrescitivi (“super”, “stra”, “iper”) per i nomi di prodotti alimentari, finirà per decretare il successo della Nutella. Proprio dall’esigenza di modificare il nome della sua Supercrema, già allora venduta in bicchieri di vetro, deriva infatti il nome Nutella, coniato nel 1964 da Michele che pensò bene di unire alla parola “nut” (nocciola in inglese) un “-ella”, diminutivo femminile che, come accade per la mozzarella, richiama subito alla mente sentimenti di domestica dolcezza e affidabilità. Un’ulteriore mossa vincente che aiuterà l’azienda a imporsi a livello nazionale e internazionale. Nello stesso anno, la Ferrero si apre al mercato inglese guadagnandosi anche un riconoscimento dallo Stato Italiano: il primo francobollo raffigurante un barattolo di Nutella.
Sembra una vicenda unica e irripetibile, e per certi versi lo è. Eppure quella della Nutella non è l’unica storia di una ricetta nata per errore e diventata famosa proprio grazie a un’accidentalità imprevista e fortunata: eccone altre.
3 ricette famose nate per errore
Qualche tempo fa vi abbiamo raccontato della presunta genesi delle patatine fritte e delle origini del risotto alla milanese, piatti simbolo di culture molto diverse tra loro (franco-belghe le prime, meneghine il secondo), ma accomunati da un ricco patrimonio di miti e leggende che ne aumentano il sapore, se non reale, quanto meno intellettuale. Per i buongustai delle storie di cucina ecco allora altre 3 ricette in cui il caso ha messo (fortunatamente) lo zampino.
1. Corn Flakes: fioccano imprevisti
“To think out of the box” – letteralmente “pensare fuori dalla scatola”, ovvero “pensare fuori dagli schemi”: un’espressione decisamente calzante se si pensa alla storia dei Corn Flakes di cui oggi, di scatole, se ne vendono a migliaia. Si dice, infatti, che all’inizio del Novecento i fratelli Kellogg, impegnati come medici in una clinica del Michigan, finirono per inventare i noti fiocchi di cereali a seguito di una tostatura andata male. Dopo essersi dimenticati di spegnere il fuoco, i Kellogg si trovarono con una manciata di cereali durissimi, immangiabili. Ma non si diedero per vinti e, decisi a non sprecarli, pensarono di stenderli per ricavarne una sfoglia unica e compatta: ne vennero fuori, invece, fiocchi di cereali perfetti per il latte, così buoni che convinsero i due fratelli a fondare l’azienda che ancora oggi conosciamo.
Non una dunque, ma ben due sviste quelle commesse dai Kellogg (la tostatura prima, e la stesura poi), da cui però – grazie al pensiero laterale – seppero ricavare un prodotto nuovo che ancora adesso accompagna la colazione – o perché no – il brinner di molti di noi.
2. Tarte Tatin: la torta di mele “a testa in giù”
Siamo alla fine dell’Ottocento in Francia, a Lamotte-Beuvron, un piccolo comune al centro della regione della Valle della Loira. Qui due sorelle, Carolina e Stephanie Tatin, gestiscono l’hotel Tatin. Una sera, una delle due, dimentica accidentalmente di rivestire la teglia in cui sono contenute le mele zuccherate che ha appena messo nel forno. Accortasi della distrazione commessa, e in mancanza di alternative utili da servire ai commensali già presenti in sala, decide di coprire le mele con della pasta brisée, di far nuovamente cuocere il tutto e di portare in tavola la torta capovolgendola, in modo da mostrare le mele caramellate a pezzetti in superficie, lasciando l’impasto cotto alla base. Il risultato? Basta aprire un qualunque ricettario di cucina tipica francese per scoprirlo: la tarte Tatin è ormai un dolce tradizionale che non potrà più mancare sulle tavole!
3. Il primo gelato in stecco: il ghiacciolo
Ci sono alimenti talmente ordinari all’apparenza e quotidiani nel consumo, che di rado ci si domanda come o quando sono nati, quasi che anche per loro non ci sia avuto bisogno di un inventore, di un genitore di qualche tipo. E invece è proprio tra le pieghe della banalità che si nasconde il genio! È ciò che succede, ad esempio, per il ghiacciolo e il genio, in questo caso, prende il nome di Frank Epperson, il padre dei ghiaccioli. Undicenne californiano, una sera del 1905, il piccolo Frank dimentica fuori dalla sua veranda per tutta la notte un bicchiere pieno di una bibita gassata e del bastoncino che aveva usato per girarla. Il mattino dopo, il liquido si era solidificato attorno al bastone e il risultato era… il primo ghiacciolo della storia! Quasi vent’anni dopo, Frank Epperson brevettò la sua scoperta con il nome di “Popsicle” che da allora indica il gelato in stecco nel mondo anglosassone. Questa ricetta, nata letteralmente per errore, ebbe un successo tale che non fu più possibile rinunciarvi.
Le origini della Nutella, quindi, non sono le uniche a nascondere un errore o un caso di serendipità: oltre a quelli raccontati, tra i più noti c’è anche quello del gorgonzola dop, il formaggio nato per amore, o della Coca Cola, la bibita per antonomasia che doveva essere un medicinale. E siamo certi che i cuochi più creativi non manchino di trasformare, tutti i giorni, abbinamenti insoliti e lapsus involontari in prove di nouvelle cuisine: è capitato anche a voi di creare ricette incredibilmente buone a seguito di qualche imprevisto? Siamo curiosi di conoscere i vostri errori culinari meglio riusciti, fateceli sapere nei commenti!