Antropologa del cibo, è nata a Milano, dove vive e scrive per varie testate, tra cui La Cucina Italiana, Scatti di Gusto, Vanity Fair e le Guide Espresso. Il suo piatto preferito sono gli spaghetti alle vongole, perché per lei sono diventati un'idea platonica: "qualsiasi loro manifestazione nella realtà sarà sempre una pallida copia di quella nell'iperuranio". Nella sua cucina non mancano mai pistilli di zafferano, che prima coltivava!"
“Se devo pensare alla mia infanzia e ai piatti pied-noir che mi cucinava mia nonna, mi sono dimenticata di parlarvi della mouna, che è un po’ la mia madeleine di Proust”. Quando abbiamo intervistato Lucile Philippon a proposito della cucina pied-noir, non ci aveva parlato del dolce di Pasqua per eccellenza di tutti i
Di cucina pied-noir non si parla tanto perché viene spesso associata al colonialismo francese. “Questo è un vero peccato”, dice Lucile Philippon, figlia, nipote e pronipote di pieds-noirs d’origine francese e spagnola da parte di madre, nonché grandissima cuoca e appassionata di cucina, che abbiamo incontrato per saperne di più. “Ed è un peccato
Scrivere una guida su dove mangiare a Parigi, una città così grande e piena di locali, comprenderete bene, non è stata un’impresa facile! Ho cercato di ascoltare i consigli di amici e colleghi parigini appassionati di gastronomia, ma senza tralasciare le ricerche e le ispirazioni durante le mie camminate per le vie, anche perché
Con l’arrivo dell’Epifania, c’è un dolce che in Francia è impossibile non trovare ovunque durante tutto il mese di gennaio: è la galette des Rois, letteralmente “la galletta dei re”. Si tratta di una torta squisita con una statuina nascosta all’interno, che prevede un rito particolare per ritrovarla. Oggi vi raccontiamo questa tradizione, la
Se andate a Copenhagen, non potete tornare senza aver mangiato almeno una volta uno smørrebrød. Si tratta, infatti, della specialità culinaria danese per eccellenza, una sorta di panino aperto che si può preparare con un’infinità di ingredienti e che ormai si trova in tantissimi ristoranti. Ma in realtà è molto di più di un
Immaginatevi un grande pentolone sul fuoco, il pot, con dentro carne e verdure, che cuoce sui fornelli per giorni. Questo è il pot-au-feu, piatto emblematico della cucina francese, che nasce come piatto povero e diventa un classico della tradizione borghese delle domeniche in famiglia, citato persino dai più grandi scrittori e gastronomi, come Brillat-Savarin
Con le temperature che si abbassano, è il momento ideale per gustare alcuni piatti invernali come la raclette, di cui vi parleremo oggi. In realtà c’è anche chi la mangia tutto l’anno (persino in piena estate), ma è innegabile che si apprezza di più con i primi freddi. Oltre alla raclette, ci sono altri
“Comment est votre blanquette?”. È questa la frase in codice utilizzata nel celebre film francese “OSS117”, che ci fa capire l’importanza che ha la blanquette nella cucina francese. Molti ne rivendicano la paternità, ma la blanquette de veau appartiene alla cucina borghese di Parigi e oggi ai suoi bistrot, gli unici baluardi in città
Nell’eterna competizione tra Italia e Francia che va dal calcio alla cucina, c’è qualcosa su cui, almeno a parer mio, dobbiamo gettare le armi. Sto parlando delle salse, perché non possiamo negarlo, in questo campo i francesi non hanno rivali. Dalle più semplici alle più complesse, le salse costituiscono una delle parti più importanti
In Grecia c’è un’isola dove, di fianco alla bandiera greca, sventola quella italiana. È Folegandros, una delle più piccole tra le Cicladi, solo 32 chilometri quadrati di terra in mezzo all’Egeo, dove esclusivamente qui e in nessun altro posto della Grecia, si mangia la Matsata, (chiamata anche al plurale “i matsata” o “le matsata”).
C’è un evento che a Parigi attira sempre più persone e segna anche un po’ l’inizio dell’autunno. È la festa della vendemmia (Fête des Vendanges de Montmartre), che dal 1934 si celebra ogni anno il secondo weekend di ottobre nel quartiere di Montmartre, dove si trova l’ultima vigna rimasta in città. Ebbene sì, perché
Passare l’estate a Parigi non è poi così male, anche grazie al fatto che si può ancora trovare un po’ di ristoro alle guinguettes, pur avendo queste perso lo spirito popolare originario d’un tempo. Paragonarle alle nostre sagre sarebbe errato, ma forse è quanto di più simile c’è in Italia, seppur con caratteristiche differenti.
Di tutte le cittadine della costa marchigiana, ce n’è una che ci piace particolarmente perché ha conservato una bellissima parte storica arroccata in alto. È Grottammare, lo splendido borgo in provincia di Ascoli Piceno, noto per essere il paese dell’arancio perché questo frutto è diffusissimo e molto amato. Oggi vi parleremo della sua cucina,
Vi avevamo già raccontato della tradizione mediterranea delle zuppe di pesce, ma non ancora del bagnun di acciughe di Riva Trigoso, una frazione di Sestri Levante. Proprio nel mese di luglio, dal 1960 si svolge la sagra in suo onore, che è l’unica monotematica – completamente gratuita – dove a preparare questo piatto sono
In una Pizzo che a tavola predilige la tradizione, lo chef Giuseppe Romano ha portato una ventata di aria fresca, come il piatto di cui vi parleremo oggi. Dopo aver viaggiato per il mondo, infatti, ha incontrato Eleonora Marcello e nel loro ristorante, Me di Pizzo Calabro, continuano a elaborare piatti nuovi ed eccezionali,
Il 3 maggio la prima alluvione in Emilia-Romagna. Dieci giorni dopo, il 14 maggio, la seconda, con allagamenti, frane, esondazioni, migliaia di persone evacuate e anche alcune vittime. Le conseguenze sono tante e a diversi livelli, come ad esempio per il mondo dell’ospitalità, del turismo e della ristorazione che sono oggi in grande difficoltà,
I bistrot parigini sono un baluardo di resistenza locale, uno spazio dove si può ancora vivere una dimensione di socialità e convivialità, ma allo stesso tempo anche di intimità, a maggior ragione in una grande città grande come Parigi. Sono luoghi dove ci si prende ancora il proprio tempo, come se qui qualcosa si
Fino a non troppi anni fa nel quartiere Harlem di New York non ci si poteva mettere piede. “I taxi non si fermavano nemmeno al semaforo quando era rosso e la linea di demarcazione con il resto della città era netta, evidente” ci raccontano. Oggi le cose sono cambiate, tant’è che possiamo parlare di
Avete mai sentito parlare del “soul food”? Ci sarebbe moltissimo da dire su questo tipo di cucina in quanto simbolo dell’identità e della storia della comunità afro-americana negli Stati Uniti. Ma ci limiteremo a spiegarvi che cos’è e soprattutto a parlarvi dei quattro piatti che meglio ne rappresentano lo spirito e l’essenza. Il tutto
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