Vette&Forchette

Vette&Forchette: l’Abruzzo riparte dalla sua cucina d’autore

Giovanni Angelucci

È appena passato l’ottavo anniversario del mostruoso terremoto de L’Aquila. Il 6 aprile verrà per sempre ricordato per la terra che si spezzò, almeno dagli abruzzesi, tutti. E non sarebbe solo questo il giorno del terrore considerata l’interminabile scia che il sisma ha portato dietro di sé e che da quel giorno sembra non aver mai più lasciato questa regione e le zone dell’Italia centrale. Un territorio colpito all’inverosimile che ogni volta ha avuto il coraggio di ripartire, anche quando sembrava non farcela. Fa rabbia avere di fronte un nemico imbattibile, con cui la battaglia è persa in partenza, o quasi. Fa piangere sentire di turisti e visitatori abitué che cambiano rotta verso regioni più “sicure” perché non si fidano più dell’Abruzzo, anche quando gli allarmismi sono del tutto infondati. Ma il vortice del timore è ormai innescato e gli abruzzesi ne pagano le conseguenze. Ma di certo non stanno a guardare.Se è vero che questo popolo è forte e gentile, è altrettanto vero che è portatore sano d’ingegno e anche con la cucina prova a risollevare le sorti della propria casa.

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Per questo nasce Vette&Forchette, con la firma  del produttore vinicolo de La Valentina Sabatino Di Properzio e del giovane cuoco Concezio Gizzi del ristorante la Corniola che hanno dato vita quest’anno alla seconda edizione dell’evento. Un produttore di buona volontà e un cuoco di polso capaci di organizzare due giorni (26-27 marzo scorsi) all’insegna della bontà abruzzese, laddove bontà fa rima con buon umore e convivialità.

Parte integrante della squadra anche le associazioni “èAbruzzo” e “Qualità Abruzzo – Gli artigiani del gusto” di cui lo chef stellato de La Bandiera Marcello Spadone è presidente: “questa unione è nata nel 1997 con il nome originario “Tra pastori e pescatori” – racconta – ed è diventata un reale luogo di cooperazione tra i cuochi dell’Abruzzo. Sono fiero dei giovani cuochi che stanno lavorando benissimo ed orgoglioso di prendere parte a questa manifestazione”.

Vette&Forchette: la manifestazione per l’Abruzzo

Pescocostanzo

Si è svolta in uno dei borghi più belli d’Italia che è Pescocostanzo, il piccolo presepe arroccato nell’aquilano dal grande valore storico, artistico e naturalistico visto che è una stazione sciistica a 1.400 metri slm. Qui ha preso forma l’appuntamento per esaltare le eccellenze e le tipicità della regione attraverso prodotti e produttori, ricette e cuochi. Chef, stampa, vignaioli del calibro di Leonardo Pizzolo di Valle Reale e Valentina Di Camillo di Tenuta i Fauri, caseari come Andre Spica e appassionati amanti del buono si sono incontrati con l’idea di valorizzare vini, oli, salumi, formaggi e le altre eccellenze enogastronomiche abruzzesi che esaltano una regione fatta di mare e montagna, di orgoglio e onore.

Dapprima le degustazioni del pomeriggio con la presentazione del “Manuale del Viaggiatore Goloso” da parte dell’autore Roberto Perrone che ha ripercorso i suoi racconti anche nelle diverse sfaccettature dell’Abruzzo conosciuto nel corso dei suoi viaggi, che ha ribadito essere “una delle poche regioni geograficamente complete, la cui ricchezza si riflette in un’enogastronomia tra le più variegate d’Italia”.

tortellini-fiori

Si sono alternati i cuochi di differenti scuole e zone della regione uniti per esaltare il proprio Abruzzo: Raffaele Trilli del Chichibio di Roccaraso (Aq), Alessandro De Antonis di Cipria di Mare a Teramo e Massimiliano Capretta dell’Arca di Alba Adriatica (Te), Marco Caldora di Caldora Punta Vallevò a Rocca San Giovanni (Ch), Patrizia Di Gregorio del ristorante Lucia di Giulianova (Te) e Maurizio della Valle di Osteria La Corte di Spoltore (Pe).  Tutti hanno permesso di toccare con mano e gustare le diverse sfaccettature di una cucina regionale poetica e schietta, reinterpretata dai migliori cuochi che la vivono quotidianamente.

La cena

La sera ha avuto luogo il momento più atteso di Vette&Forchette, la cena di gala nel ristorante La Corniola, regno dello Chef Concezio Gizzi all’interno del Relais Ducale di Pescocostanzo. La cucina ha ospitato il migliori cuochi d’Abruzzo che hanno lavorato “a braccetto” dedicandosi ognuno ad un piatto. Le goduriose polpette alla neretese di Antonello De Maria (La Réserve), il polipo, fagioli ed infusione di polipo di Cristian Torsiello (Osteria Arbustico), l’intrigante spaghettone, sgombro, tamarillo e stracciata del giovane italo venezuelano Gianni Dezio (Tosto), i meravigliosi tortelli di stracotto di maiale in brodo di erbe aromatiche e fiori di Marcello Spadone (La Bandiera) e del padrone di casa Concezio Gizzi, l’anatra di chef Peppino Tinari (Villa Maiella), la “noisette” bavarese alla nocciola, streusel alle mandorle, cacao e glassa al cioccolato al latte di Filippo Di Clemente (Gran Noblesse) e le tipiche sise delle monache di Emo Lullo (Pasticceria Emo Lullo). Non è cosa da tutti giorni poter avere in una sola cucina tanti grandi cuochi che preparano una cena insieme. Ancor più raro ed emozionante è vederli uniti per gridare “forza Abruzzo!”.

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Il giorno seguente

Vette&Forchette è proseguita nella giornata del lunedì con l’organizzazione di un’escursione sugli sci a Monte Pratello (Aq), celebre località per la pista “Direttissima” raggiungibile da Rivisondoli e punta di diamante del comprensorio più esteso dell’Italia centro-meridionale Roccaraso-Rivisondoli. Questi luoghi rappresentano un’altra occasione in cui vivere uno splendido Abruzzo e onorare una delle più grandi bellezze regionali rappresentata dalla montagna e dalle meraviglie di una natura dura ma generosa ed accogliente.
L’Abruzzo è così. Le sue genti sono così e i paladini dell’enogastronomia regionale ne sono un vanto.

Purtroppo accade solo una volta l’anno ma l’alternativa fino alla prossima edizione di Vette&Forcehtte può essere recarsi nei ristoranti d’abruzzo di cui vi abbiamo raccontato, per provare le notevoli creazioni di cui sono capaci questi cuochi.

Giornalista e gastronomo, collabora con numerose riviste e quotidiani che si occupano di cibo e viaggi tra le quali spiccano La Stampa, Dove e la Gazzetta dello Sport. I suoi piatti preferiti sono gli arrosticini (ma che siano di vera pecora abruzzese) e gli agnolotti del plin con sugo di carne arrosto. Dice che in tavola non può mai mancare il vino (preferibilmente Trebbiano Valentini o Barbaresco Sottimano).

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