ricette festa del papà

Auguri papà: ricette dolci e salate per la festa di San Giuseppe

Monica Face
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    “San Giuseppe frittellaro / tanto bbono e ttanto caro, / tu cche ssei così ppotente / da ajutà / la pora ggente, / tutti pieni de speranza / te spedimo quest’istanza…”. Questi sono i primi versi di una famosa preghiera in rima del poeta romano Checco Durante, intitolata San Giuseppe frittellaro, che ho imparato a scuola quando ero bambina e che mi torna in mente ogni volta che si avvicina la festa del papà. Che si abbiano 4, 35 o 52 anni non ha importanza: il papà è sempre il papà. E se la stragrande maggioranza dei Paesi del mondo lo festeggia nel mese di giugno, la tradizione italiana vuole che questa festa sia il 19 marzo, il giorno di San Giuseppe. Ecco perché la molte delle ricette che si preparano in occasione di questa ricorrenza portano il nome di questo di santo. 

    E visto che il 19 marzo è alle porte, ho pensato di raccontarvi qualche curiosità su questa ricorrenza, dandovi ovviamente anche delle ricette, partendo dalle famose zeppole, ma soffermandomi anche su alcuni piatti salati.

    Le zeppole reggine

    Zeppole reggine

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    A Reggio Calabria, nel giorno di San Giuseppe si preparano le zippuli ca’ ricotta, un impasto a base di farina, zucchero, uova, fritte nello strutto e farcite con ricotta, zucchero e cannella. 

    Ingredienti per 6 persone

    Per le ciambelline 

    • mezzo litro di acqua fredda
    • 150 g di zucchero
    • 2 cucchiai di olio extravergine di oliva
    • un pizzico di sale
    • 1 foglia di lauro
    • 250 g di farina 00
    • 20 g di semola
    • 4 tuorli
    • 50 ml di vino bianco
    • q.b. di strutto per friggere
    • zucchero a velo per la decorazione

    Per la farcitura

    • 200 g ricotta di pecora
    • 100 g di zucchero
    • q.b. di cannella

    Procedimento

    1. Per prima cosa preparate l’impasto per le frittelle. In un tegame versate l’acqua, lo zucchero, l’olio, un pizzico di sale e una foglia di lauro. Mettete sul fuoco e portate a ebollizione. 
    2. Spegnete, eliminate la foglia di lauro e versatevi le due farine setacciate, girando inizialmente con una frusta, per evitare la formazione dei grumi, poi con un cucchiaio di legno, quando il composto inizia a diventare più duro. 
    3. Una volta che l’impasto inizierà a staccarsi dalle pareti del pentolino, lasciate raffreddare. Aggiungete i tuorli e il vino, mescolate, poi versate l’impasto su un piano di lavoro e procedete a formare le ciambelline. 
    4. Friggetele in abbondante strutto caldo, girandole dopo un paio di minuti e, quando saranno dorate su entrambe i lati, scolatele con una schiumarola e mettete in un piatto rivestito con carta assorbente da cucina, per eliminare il grasso in eccesso
    5. Preparate la farcitura: in una capiente ciotola versate la ricotta, lo zucchero e la cannella e mescolate tutto. Quando le ciambelline saranno tiepide, tagliatele a metà e farcitele con la ricotta. Infine decorate con zucchero a velo. 

    Le zeppole di siciliane o crispelle di riso

    Zeppole siciliane

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    Pare che questo dolce, nato in occasione della festa di San Giuseppe, ma diventato famoso poi in ogni periodo dell’anno, sia stato creato dalle suore benedettine. Il convento di clausura che sovrasta la città di Modica è stato, fino a poco tempo fa, una vera e propria scuola di cucina e di pasticceria.

    Ingredienti

    • 600 ml di latte
    • 300 g di riso
    • 1 cucchiaino di sale
    • 150 g di farina 00
    • q.b. di cannella 
    • 60 g di zucchero semolato
    • 10 g di lievito di birra
    • la scorza di un’arancia grattugiata
    • q.b. di olio di arachidi per friggere

    Per lo sciroppo di copertura

    • 200 g di miele
    • succo di 1 arancia
    • q.b. di zucchero a velo

     Procedimento

    1. In una capiente pentola mettete il riso, il latte e il sale e cuocete a fiamma bassa fino a che il riso non avrà assorbito completamente il latte. Se dovesse essere necessario prolungare la cottura, versate un po’ di acqua calda. 
    2. Spegnete e lasciate intiepidire, quindi aggiungete la farina, lo zucchero, la scorza dell’arancia e il lievito di birra sciolto in acqua calda. Mescolate tutto, riversate in una ciotola capiente, coprite con la pellicola e lasciate riposare per un’ora e mezza
    3. Trascorso il tempo di lievitazione, versate l’impasto su un piano di lavoro  e livellatelo con un cucchiaio.
    4. Scaldate l’olio in una padella, prendete un grosso coltello, bagnate la lama con l’acqua e tagliate delle striscioline sottili di riso, lasciandole cadere nell’olio caldo. Non appena saranno ben dorate, scolatele e sistematele su un piatto coperto con della carta assorbente. 
    5. In un pentolino, versate il succo di arancia e il miele e fate sciogliere tutto. Sistemate le crespelle su un piatto da portata, versate lo sciroppo caldo e un pochino di zucchero a velo per decorare. 

    Non solo dolci: ricette salate per San Giuseppe

    In Salento, tra le famiglie più devote, il Santo non viene solo celebrato, ma addirittura impersonato da uno dei commensali durante un pasto che segue un rituale ben preciso: quello delle Tavole di San Giuseppe. Usanza vuole che venga preparato un abbondante banchetto, al quale devono essere invitati almeno tre commensali, fino a un massimo di tredici. I numeri, chiaramente, non sono casuali: il trio simboleggia la presenza di Gesù, Giuseppe e Maria; i 13, invece, rimandano ai componenti dell’ultima cena. 

    Partendo dalla tradizione salentina, ma spostandoci anche oltre, vediamo qualche piatto salato da portare in tavola nel giorno di San Giuseppe.

    Minestra di San Giuseppe

    Minestra San Giuseppe

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    Mia nonna, siciliana, quando mi preparava questa minestra, mi spiegava che gli ingredienti andavano messi un po’ alla volta, non tutti insieme come si fa con i minestroni, ma essendo piccola non ne capivo il motivo. E come tutte le nonne del sud, anche dopo che mi ero sposata, arrivati a metà di marzo mi telefonava e mi diceva di passare a casa, “perchè ho fatto la minestra di San Giuseppe”.

    Ingredienti per 4 persone

    • 1 cipolla
    • 1 costa di sedano
    • 1 carota
    • 2 mazzetti di finocchietto selvatico
    • 100 g di fagioli borlotti
    • 100 g di ceci
    • 100 g di lenticchie
    • 1 mazzetto di broccoletti
    • 1 mazzetto di bietole
    • 300 g di ditali rigati
    • q.b. di olio extravergine d’oliva
    • q.b. di sale
    • q.b. di pepe

    Procedimento

    1. Potete  usare anche i legumi precotti, per velocizzare i tempi, ma se volete ottenere un risultato superbo, vi suggerisco di mettere in ammollo la sera prima i ceci e i fagioli
    2. Lavate e sbucciate la cipolla, pelate la carota, mondate il sedano e preparate un trito da far soffriggere in un filo d’olio. Se avete scelto i legumi secchi, versate prima i fagioli, che chiedono tempi di cottura più lunghi, coprite con acqua, e dopo 30 minuti aggiungete i ceci. 
    3. Proseguite per un’ora, aggiungendo se occorre, altra acqua, quindi versate le lenticchie. Unite il finocchietto, lavato e tagliuzzato, e lasciate cuocere per almeno 20 minuti
    4. A parte, mondate e lavate i broccoletti e le bietole, spazzateli unendoli ai legumi e proseguite la cottura. Mescolate tenendo sempre presente il livello dell’acqua che non deve asciugarsi troppo. Raggiunta la cottura, versate la pasta e fate cuocere. Aggiustate di sale e e pepe e impiattate con un filo d’olio a crudo. 

    Massa e ciciri (pasta e ceci)

    Pasta e ceci

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    L’aspetto più curioso nella preparazione di alcune pietanze come la Massa e ciciri è che, originariamente, veniva scandita dalla preghiera. La massa, ovvero la pasta con i ceci, si faceva cuocere recitando il Pater Noster, e veniva poi fatta riposare in appositi recipienti per il tempo di dieci Ave Maria. Ecco come prepararla.

    Ingredienti per 6 persone

    Per i ceci

    • 300 g di ceci secchi 
    • 20 g di sale grosso 
    • mezza cipolla 
    • 2 spicchi di aglio 
    • 1 peperoncino
    • q.b. di olio extravergine d’oliva 
    • un rametto di rosmarino

    Per la pasta

    • 400 g di farina di grano duro
    • 250 g di acqua 
    • 1 pizzico di sale

    Procedimento

    1. La sera precedente, mettete i ceci a bagno con il sale grosso e lasciateli in ammollo per tutta la notte. La mattina seguente, scolateli e metteteli un una pentola coperti con acqua e iniziate la cottura, provvedendo a eliminare la schiuma ogni qualvolta si forma in superficie. Tenete pronto un pentolino con altra acqua calda, che andrà aggiunta via via che i ceci assorbono la loro. Aggiungete la cipolla e proseguite con la cottura per due ore
    2. Nel frattempo, occupatevi della massa, ossia la pasta. In una capiente ciotola versate la farina, il sale e l’acqua un po’ alla volta, ma non tutta insieme: infatti,  in base all’umidità della farina, potrebbe volercene poco di più o poco di meno. Una volta che l’impasto è incordato, trasferitelo su un piano e lavoratelo finché non sarà liscio e omogeneo. Fate riposare avvolto nella pellicola per almeno 30 minuti
    3. Stendete la pasta con un matterello o con la macchina sfoglia pasta, quindi tagliate delle strisce larghe circa 2-3 centimetri e lunghe 7-8 . Lasciatele riposare, infarinate, per almeno un’ora. 
    4. Frullate la metà dei ceci. Poi, in una padella capiente fate scaldare un filo d’olio, unite aglio e peperoncino e versate i ceci interi e frullati. 
    5. In una pentola, fate bollire abbondante acqua salata, cuocete la pasta e, appena viene a galla, scolatela e versatela nella padella con i ceci. Aggiungete il rosmarino, mescolate, aggiustate di sale e versate un filo d’olio a crudo, quindi e servite. 

    Macco di san Giuseppe

    Ricetta tipica siciliana del giorno di San Giuseppe, a base di fave, a cui, in base alle zone in cui viene preparata, si aggiunge anche zucca, pomodoro e pasta spezzettata. Noi ve la proponiamo con pane tostato.

    Ingredienti per 4 persone

    • 800 g di fave secche senza buccia
    • 1 mazzetto di finocchietto selvatico
    • 1 cipolla media
    • q.b. di olio extravergine di oliva
    • q.b. di sale 
    • q.b. di pepe
    • 150 g pane tostato

    Procedimento

    1. La sera precedente mettete le fave in una capiente ciotola con acqua e lasciatele in ammollo tutta la notte. Il giorno seguente, scolatele.
    2. Pelate la cipolla, fatela rosolare con un filo di olio, quindi unite le fave e coprite con acqua. 
    3. Lavate il finocchietto spezzettato, unitelo e fate cuocere il tutto per un’ora, mescolando di tanto in tanto e versando acqua calda, se questa dovesse essere assorbita. A metà cottura, aggiungete il sale
    4. Poi, frullate tutto con il mixer a immersione, aggiungete un filo d’olio a crudo e un po’ di pepe macinato fresco. Servite con fettine di pane tostato.

    Le altre ricette dolci dal ricettario del Giornale del Cibo 

    Dolci festa del papà

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    Dopo avervi dato le mie ricette dolci per la festa del papà, oltre anche a qualche consiglio salato, rispolveriamo insieme una selezione di proposte dal ricettario del nostro Giornale del Cibo. Come molti voi sanno, queste ricette ci sono state inviate dai nostri lettori, da Nord a Sud. Curiosi di scoprire quali sono?

    Zeppole di San Giuseppe

    Se a Roma, infatti, poesie e letterine che i bambini preparano per il loro papà, sono accompagnate dalle zeppole di San Giuseppe, una sorta di bignè ripieni di crema pasticcera, dolce tipico soprattutto dell’Italia centro meridionale.

    Cosa vi serve: farina, acqua, burro uova zucchero latte, vaniglia, amarene 

    Tipo di cottura: frittura 

    Tempo di preparazione: 1 ora più il tempo di riposo

    https://www.ilgiornaledelcibo.it/ricetta/zeppole-di-san-giuseppe-2/

    Sfinci di san Giuseppe

    In Sicilia, i dolci tipici di questo giorno sono gli Sfinci di san Giuseppe, un nome ereditato dal latino che significa spugna, proprio per morbidezza del loro impasto. 

    Cosa vi serve: farina, strutto, uova, bicarbonato, ricotta, zucchero, olio di semi

    Tipo di cottura: frittura

    Tempo di preparazione: 1 ora

    Frittelle di riso

    Un tempo, in Toscana, preparare le frittelle di riso per il 19 marzo era una sorta di gara tra le diverse famiglie.

    Cosa vi serve: riso, farina, limone, latte, uova, zucchero, rum, uva sultanina, vanillina, lievito per dolci, olio per friggere

    Tipo di cottura: frittura 

    Tempo di preparazione 1 ora e mezzo più il tempo di riposo

    Raviole

    Spostandosi ancora un po’ più a nord, in Emilia Romagna, troviamo le raviole, croccanti fagottini ripieni di confettura.  

    Cosa vi serve: farina, burro, uova, zucchero semolato, zucchero a velo, limone, alchermes, mostarda bolognese

    Tipo di cottura: forno

    Tempo di preparazione: 1 ora e mezza

    Zeppole campane

    Ai piedi del Vesuvio, le zeppole di San Giuseppe venivano un tempo preparate per le strade dalle abilissime donne di casa. Gli ingredienti principali della ricetta campana sono: farina, uova, zucchero, margarina, crema pasticcera, zucchero a velo e amarene sciroppate per decorare il tutto. 

    Cosa vi serve: farina, sale, margarina, uova, zucchero, amido di mais, latte, limone

    Tipo di cottura: al forno

    Tempo di preparazione: 1 ora e mezza più la cottura

    Zeppole Scaldatelle

    In Cilento, in questo periodo è facile trovare le zeppole Scaldatelle. 

    Cosa vi serve: farina, olio d’oliva extra vergine, vino bianco, mandarini, limoni

    3 arance, sale, olio per frittura, miele di millefiori

    Tipo di cottura: frittura

    Tempo di preparazione: 1 ora e mezza

     

    E ora, prima di dare inizio ai festeggiamenti, diteci: quali sono le ricette per la la festa del papà che si preparano dalle vostre parti?

    Di origini napoletane, è nata e vive a Roma. In passato ha collaborato con vari settimanali, tra cui "Di più"; "Di piùTv Cucina"; "RadioCorriere Tv"; "Onda Tv"; "Messaggero Tv". Oggi invece si dedica anima e corpo al suo blog, "Che cavolo cucino, oggi?". Il suo piatto preferito è la parmigiana di melanzane, "perché è un ricordo d'infanzia e perché", dice, "quando aspettavo il mio bambino avevo sempre voglia di melanzane". Nella sua cucina non possono mancare il pane (che prepara in casa) la frutta e il caffè, "perché altrimenti... il pasto non è finito".

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