Occhiata

Adriana Angelieri

L’oblada melanura – questo è il nome scientifico dell’occhiata – appartiene alla famiglia delle Sparidi; è un pesce che presenta un corpo ovale, di forma allungata, interamente ricoperto da grosse squame che si fanno piccole sul dorso, per poi aumentare di volume mano a mano che si avvicinano ai fianchi. Ha grandi occhi e una piccola bocca provvista, però, di minuscoli denti aguzzi, ideali per masticare i crostacei, i molluschi e le alghe di cui si nutre.
Il colore è bruno-azzurro sul dorso e sfuma, nelle parti inferiori, nel grigio-argento; la caratteristica più specifico di questo pesce sono le bande nero-azzurre, circa una decina, che l’attraversano nei fianchi. Caratteristica che, però, non è presente nei giovani esemplari.

Come riconoscere se è fresco

Come per molti pesci, anche l’occhiata è fresca quando le sue carni sono ben compatte e bianche, quando il colore è acceso e le squame ben attaccate alla pelle.

Dove si pesca

Il Mediterraneo e l’Atlantico orientale sono i mari preferiti dall’oblada melanura, che preferisce la mezz’acqua alle grandi profondità. Staziona, infatti, su fondi rocciosi e in prossimità delle scogliere.

Come si usa in cucina

Essendo un pesce che perde velocemente la sua fragranza, è bene utilizzarlo molto fresco e specialmente cotto alla griglia. Sono, in generale, esemplari di piccola taglia (le più grosse raggiungono 1 kg di peso per 30 cm di lunghezza), per cui, succulente è la frittura “all’agliata”, ovvero all’uso siciliano. Si procede friggendoli, anche senza passarli precedentemente nella farina, e, quando sono quasi a cottura, vi si uniscono aglio, mentuccia tritata, nonché sale e pepe; si finiscono, poi, di cuocere per altri 5-6 minuti dopo averli conditi con l’aceto.

 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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