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Sicurezza Alimentare In Tempi Di Crisi

Redazione

una spiga di grano spezzata

Il 16 ottobre scorso è stata celebrata la Giornata Mondiale dell’Alimentazione. Il tema di quest’anno, quasi d’obbligo, è stato: “Conseguire la sicurezza alimentare in tempi di crisi”.

E’ di qualche giorno fa, infatti, la notizia che l’attuale crisi economica ha fatto salire il numero delle persone che soffrono la fame di ben 105 milioni, raggiungendo oggi la cifra di 1.02 miliardi.
Jacques DioufJacques Diouf, direttore generale della FAO, ha aperto a Roma la celebrazione della Giornata mondiale dell’alimentazione e ha ammesso ormai ufficialmente che l’obiettivo, stabilito dal precedente World Food Summit, di ridurre della metà entro il 2015 il numero delle persone che soffrono la fame ”non sarà raggiunto”.
Secondo il rapporto annuale della Fao, la quasi totalità delle persone che soffrono la fame vive nei paesi in via di sviluppo. In Asia e nel Pacifico si stima siano 642 milioni; nell’Africa sub-sahariana 265 milioni; in America Latina e Caraibi 53 milioni; nel Vicino Oriente e Nord Africa 42 milioni; e nei paesi sviluppati 15 milioni.
paneSecondo Jacques Diouf: “Abbiamo i mezzi tecnici ed economici per far scomparire la fame dal pianeta, quello che manca è una più forte volontà politica per sradicarla per sempre. È essenziale investire nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, non solo per sconfiggere fame e povertà, ma anche per assicurare una generalizzata crescita economica, e dunque pace e stabilità nel mondo”.un bancone di frutta
“La crisi – ha aggiunto Diouf – è arrivata inoltre in un momento in cui in alcuni paesi, i prezzi di alcuni prodotti erano ancora al picco raggiunto nel 2007. L’ammontare di 44 miliardi di dollari di aiuti ufficiali che dobbiamo dedicare allo sviluppo agricolo è molto poco se paragonato ai 365 miliardi di dollari spesi nel 2007 asostegno dell’agricoltura dei paesi ricchi, ai 1.340 miliardi che si spendono ogni anno nel mondo in armamenti e alle migliaia di miliardi di dollari raccolti in breve tempo nel 2008-2009 per puntellare il settore finanziario. Basterebbe che al più presto si traducesse in realtà l’impegno assunto dai G8 a L’Aquila di destinare 20 miliardi di dollari in più in tre anni a un programma di sviluppo agricolo per le aree di maggiori crisi, per cominciare concretamente a bloccare l’aumento del numero delle persone che nel mondo hanno fame”.
Temi chiave che, ha auspicato il direttore generale della Fao,dovranno essere affrontati e risolti in occasione del Vertice mondiale sulla sicurezza alimentare che si terrà a Roma dal 16 al 18 novembre.una mano con del riso
All’intervento del direttore generale della Fao hanno fatto eco molti altri capi di stato e figure istituzionali. Benedetto XVI, ad esempio, ha sottolineato che «garantire il cibo è aiutare la vita».Luca Zaia
Per il ministro delle Politiche agricole Luca Zaia «con più di 1 miliardo di persone malnutrite il mondo non può stare a guardare». “Lo scorso aprile – ha continuatoZaia – «a conclusione del primo G-8 agricolo abbiamo concordato sull’urgente bisogno di aiutare i Paesi in via di sviluppo ad espandere la propria produzione agricola e alimentare e ad aumentare gli investimenti, sia pubblici che privati, in agricoltura, nell’agri-business e nello sviluppo rurale. Non è vero che non si può fare nulla, il mondo non può restare a guardare, disponiamo di mezzi tecnologici e di strumenti finanziari che permetterebbero la risoluzione dei problemi, oltre che di mezzi politici ».
una mensa«Altro punto fermo che è uscito dal G-8 agricolo – ha concluso il ministro – è la necessità di investire in politiche atte a ridurre gli sprechi e le perdite che avvengono lungo le filiere alimentari. Se un cibo deve percorrere 5mila km prima di arrivare sulla tavola è ovvio che il suo prezzo risulterà centuplicato rispetto all’origine: oltre che produrre inquinamento, questo passaggio crea due risultati parallelamente negativi: da un lato abbiamo i produttori che non guadagnano abbastanza, dall’altro i consumatori non riescono a comprare il cibo a causa dell’alto costo: accorciare la filiera ovvierebbe a questi problemi. Per tutti questi motivi non ci vuole meno agricoltura ma un’agricoltura che produca di più».

Cosa ne pensate del problema dello spreco sollevato da Zaia? Quanto si spreca nelle famiglie? Siete a conoscenza di qualche iniziativa di riduzione degli sprechi nella vostra zona? Scrivi sul forum!
di Anastasia Scotto.

 

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