La torta degli Addobbi

la mamma di Guido
GLI ADDOBBI La festa religiosa più caratteristica della nostra città venne istituita nel 1567 dal cardinale Gabriele Paleotti primo arcivescovo di Bologna in onore del Santissimo Sacramento. Si svolge di solito nelle domeniche di giugno in una parrocchia diversa ogni domenica: la stessa parrocchia la ripete solo dopo 10 anni perciò la sagra viene anche chiamata "Decennale Eucaristica". In questa ricorrenza è consuetudine raccogliere le offerte per restaurare la Chiesa, per rinnovare gli arredi sacri. Le case vengono riparate e ripulite. Per l'occasione tutte le strade sono addobbate con drappi di stoffe multicolori, archi di fogli e di lampadine; alle finestre pendono ricchi damaschi; sotto i portici e nelle logge dei palazzi si levano piccoli altari. La Domenica degli Addobbi esce dalla chiesa parrocchiale una lunga processione. Dopo i riti religiosi la festa prende un aspetto più popolare: nelle vie e nelle piazze le bande esibiscono concerti in soppalchi improvvisati; la gente riempie le strade fermandosi nel caffè e davanti alle vetrine illuminate dei negozi. Alcune bancarelle vendono il tradizionale "dolce degli addobbi", la torta di riso e mandorle: ciascuna fettina a forma di losanga viene offerta infilata nell'immancabile stecchino. Purtroppo se ne è persa un po' la tradizione: soprattutto non è più l'occasione per ripulire e fare manutenzione alle facciate dei palazzi. La domenica ci si scambiavano visite e si andava sempre da chi "aveva gli Addobbi" per ascoltare il concerto della Banda e mangiare la torta di riso. Questa è la mia ricetta.
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Portata Dolci e Dessert
Porzioni 6 porzioni

Ingredienti
  

Istruzioni
 

  • Cuocere il riso nel latte con la scorza di un limone. Fare assorbire tutto il latte, tenendo l’impasto morbido, e lasciare intiepidire. La torta deve risultare morbida al tatto ma non bagnata! Tagliare a losanghe (le classiche "mandorline" di torta di riso) e servirle con uno stecchino al centro
  • Togliere la scorza del limone utilizzata in cottura e aggiungere la scorza grattugiata dell’altro limone, lo zucchero, gli amaretti, il cedro e le mandorle (tutti tritati abbastanza finemente), il sale e un bicchierino di mandorla amara. Impastare bene.
  • Aggiungere le uova sbattute a parte (poco, giusto per romperle).
  • Cuocere a 180° per 30 minuti, poi eventualmente altri 10-15 minuti a 160°.
  • Tolta dal forno, ancora nello stampo, bagnare con un bicchierino di mandola amara. Bagnare ancora con liquore (soprattutto i bordi, che si asciugano di più) quando si sarà raffreddata ed eventualmente il giorno dopo ma almeno un paio d’ore prima di servirla in modo che il liquore venga assorbito bene.

Note

La torta è decisamente migliore se consumata il giorno dopo.