Plastica per alimenti: cosa c’è da sapere?

Matteo Garuti

In tanti si chiedono se la plastica per alimenti sia davvero sicura, considerando la diffusione di questi materiali, classificati con sigle e nomi in genere poco conosciuti. Le ricerche da anni sono impegnate a valutare e monitorare la possibile tossicità delle plastiche alimentari, soprattutto rispetto a determinate sostanze ritenute più a rischio. Ci siamo già occupati della possibile nocività dei rivestimenti antiaderenti delle stoviglie, indicando anche come scegliere le padelle migliori, per uso, durata e sicurezza. Questa volta cercheremo di saperne di più sui materiali plastici. All’interno dell’approfondimento, presenteremo alcune considerazioni del professor Enzo Spisni, fisiologo della nutrizione dell’Università di Bologna.

La plastica per alimenti è sicura?

piatti di plastica fanno male

La plastica per alimenti, generalmente ritenuta sicura, da decenni è entrata nelle cucine di tutto il mondo. I materiali ammessi per entrare a contatto diretto con gli alimenti devono superare test che ne certifichino l’idoneità e la sicurezza per i consumatori. Alcuni prodotti, infatti, potrebbero rivelarsi pericolosi o alterare il gusto dei cibi. Anche se i MOCA (materiali e oggetti a contatto con gli alimenti) non sono molti, sono invece centinaia le sostanze impiegate per realizzarli, che in Italia sono normate dal 1962.

In seguito, sono state approvate direttive europee che stabiliscono indicazioni dettagliate, come il Regolamento quadro CE 1935/2004 o il più recente 2016/1416. Le plastiche alimentari devono sempre essere marchiate e riconoscibili, contraddistinte dal simbolo con il bicchiere e la forchetta o dalla dicitura “per alimenti”. Talvolta possono essere presenti anche indicazioni precise sul corretto utilizzo degli oggetti. Se usate impropriamente, purtroppo, anche le plastiche alimentari – e in particolare alcune di esse – possono rilasciare sostanze chimiche di vario tipo, come additivi, residui o prodotti dovuti alla degradazione dei materiali.

Materiali da conoscere

Prima di capire se la plastica per alimenti è sicura, bisognerebbe conoscere meglio i materiali che entrano nelle nostre case, indentificati da sigle e numeri con significati precisi, ma che non tutti sanno interpretare. A ogni materiale è associato un numero, che possiamo trovare sul fondo del contenitore, di solito al centro del simbolo triangolare del riciclo. Le plastiche più adatte alla conservazioni di cibi sono quelle contrassegnate dai numeri 1, 2, 4 e 5, mentre quelle con i numeri 3, 6 e 7 sarebbero da usare con più attenzione, così come quelli senza numero, che corrispondono alla tipologia numero 7. Ecco una lista ordinata in base alla numerazione appena descritta.

plastiche alimenti

PET (1)

Con il PET (polietilene tereftalato, numero 1) vengono realizzate bottiglie e recipienti trasparenti per acqua, bibite e cibi. Questo tipo di plastica per alimenti è sicura se impiegata per contenere prodotti freddi. Il calore, infatti, ne favorisce la degradazione, che può rilasciare sostanze nocive con l’antimonio e l’acetaldeide. Questi contenitori sono concepiti per essere essenzialmente monouso, quindi, non dovrebbero essere riutilizzati a lungo.

PE (2)

Il PE (polietilene ad alta densità o HDPE, numero 2) è una plastica per alimenti sicura e resistente, impiegata per oggetti non trasparenti come i tappi, i vasetti dello yogurt, i contenitori per il latte e anche per i detersivi. Resiste abbastanza bene ai cibi caldi ed è sempre preferibile rispetto al PET.

PVC (3)

Il PVC (polivinile o V, numero 3) è potenzialmente pericoloso, perché rilascia ftalati. Se bruciato libera diossina, anche per questo si sta cercando di sostituirlo con altri materiali. Per la sua resistenza, in genere si utilizza per realizzare banner pubblicitari, striscioni e rivestimenti da esterno. Può essere presente anche nelle pellicole trasparenti per avvolgere i cibi, anche se la sua presenza nei materiali per alimenti è sempre più rara. Sono sempre da preferire le pellicole con le diciture “Senza PVC”, “PVC free” o “Non contiene ftalati”.

LDPE (4)

La plastica LDPE (polietilene a bassa densità, numero 4) viene utilizzata per fabbricare sacchetti per congelare e guanti monouso, come quelli per maneggiare le verdure nei supermercati. Questo materiale non va impiegato ad alte temperature e non dovrebbe essere riutilizzato a lungo.

PP (5)

Il PP (polipropilene, numero 5) è una plastica per alimenti considerata sicura. Si utilizza per le bottiglie non trasparenti e per le vaschette con coperchio, sia quelle più robuste e durevoli sia quelle più economiche come quelle per il gelato. Per riutilizzare questi recipienti è bene seguire le indicazioni del produttore, anche se in genere gli oggetti più leggeri ed economici sono da intendersi come monouso.

PS (6)

Il PS (polistirolo o polistirene, numero 6), ottimo isolante termico, è impiegato soprattutto per i recipienti da asporto. Contiene stirene, un idrocarburo aromatico che può interferire sul sistema endocrino. La nocività del polistirolo non è unanimemente riconosciuta, in quanto non è certo se le sostanze nocive siano rilasciata dal materiale. Il PS, ad ogni modo, non può essere considerato una plastica per alimenti del tutto sicura.

OTHER, O (7)

Con la “O” e il numero 7 sono contrassegnate le plastiche potenzialmente più pericolose (policarbonato, resine epossidiche e melammina), che possono rilasciare sostanze nocive come il bisfenolo A e la formaldeide. Questi materiali sono utilizzati per produrre stoviglie, bicchieri, piatti e recipienti rigidi antiurto. Questi oggetti non devono mai essere scaldati o entrare a contatto con cibi molto caldi. La resina epossidica è impiegata nei rivestimenti interni delle lattine e delle scatolette, per isolare il metallo dal cibo contenuto. La Francia e il Canada hanno vietato l’utilizzo, l’esportazione e l’importazione di oggetti nei quali sono presenti questi materiali. L’Unione Europea, dal 2011, ha proibito l’uso di queste plastiche per la produzione dei biberon.

Plastica per alimenti e sostanze da evitare

plastica riciclo

In questa parte dell’approfondimento, cercheremo di saperne di più sulle sostanze dannose citate precedentemente, che possono rendere la plastica per alimenti non del tutto sicura. La principale criticità è dovuta alla loro possibile migrazione nei cibi, aspetto che può essere favorito soprattutto dalle temperature elevate e dalla presenza di grassi negli alimenti. Come sottolinea il professor Enzo Spisni, “si tratta di componenti tossici molto dannosi, anche in piccole quantità. Sono interferenti endocrini, ovvero in grado di mimare la funzione degli ormoni, influenzando negativamente l’equilibrio ormonale dell’organismo. Bastano livelli di contaminazione degli alimenti molto ridotti per causare danni rilevanti. L’esposizione del feto nel periodo prenatale sembra essere la più pericolosa, correlata a problemi di infertilità. Inoltre, ci sono interrogativi sullo sviluppo di tumori e patologie neurologiche.” La presenza anche minima di queste sostanze, quindi, può avere ripercussioni nocive da non sottovalutare, specialmente nelle fasi delicate dello sviluppo fetale, neonatale e puberale.

Effetto cocktail ed esposizione a vita

Da considerare con attenzione, inoltre, è l’alto numero dei componenti potenzialmente dannosi che può favorire un pericoloso “effetto cocktail e la durata dell’esposizione alla quale siamo soggetti. Spisni aggiunge che “ancora si deve capire come e quanto può pesare un’esposizione che di fatto coincide con la vita stessa degli individui. Finora sono stati condotti esperimenti sui ratti, quasi sempre concentrati sugli adulti, o comunque sulla seconda metà della vita degli individui. Gli esseri umani, però, sono esposti continuativamente a queste sostanze, dallo stato fetale fino alla morte. ”

Resta il fatto che nella vita quotidiana molto difficilmente possiamo evitare l’esposizione a queste sostanze. Come ha riconosciuto l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), a oggi gli effetti di questi composti non sono del tutto chiari, e sono necessarie analisi più evolute e dettagliate. Per questi motivi, la plastica per alimenti non può essere considerata totalmente sicura. A tal proposito, Spisni puntualizza che “quello che sappiamo potrebbe essere solo la punta dell’iceberg. Ad ogni modo, sono sostanze che per quanto possibile vanno evitate. Gli ftalati, ad esempio, erano presenti nei biberon e in tutte le plastiche ammorbidite, che li rilasciavano soprattutto nei primi utilizzi. Quindi, se il biberon veniva messo in acqua calda per alcune volte prima di essere usato, in seguito il rilascio di questi componenti calava sensibilmente.”

Mai coi cibi caldi

plastica cibi caldi

L’intervistato mette in guardia sull’utilizzo improprio delle plastiche alimentari. “Nel caso dell’utilizzo di bicchieri o stoviglie di plastica con cibi o liquidi caldi, però, il problema rimane. I bicchieri sono marchiati secondo la temperatura che possono sopportare, ma spesso si usano oggetti non idonei alle alte temperature. Anche la carta, che è comunque trattata, non è esente da questo problema. In generale, io sconsiglio gli usa e getta per le bevande calde. Quando si può, è sempre meglio utilizzare il vetro o la ceramica.” Il professore sottolinea un’altra eventualità da considerare, che richiama alla memoria alcuni casi verificatisi in passato con i materiali considerati sicuri. “Non è escluso che la plastica per alimenti oggi ritenuta sicura, un domani si possa rivelare nociva. Da considerare, inoltre, le ricadute relative all’inquinamento dovute a un grande impiego questi materiali.” In un articolo sulla presenza di microplastiche nel mar Mediterraneo abbiamo approfondito anche questo aspetto.

Bisfenolo A

Presente in molte plastiche del gruppo 7, è un indurente utilizzato da decenni, considerato fra gli interferenti endocrini più pericolosi. Il bisfenolo A (BPA) può interferire sullo sviluppo sessuale maschile, oltre a favorire aritmie cardiache, alterazioni del sistema nervoso, danni renali e tumori. È contenuto in prodotti anche molto diversi tra loro, fra questi i contenitori trasparenti e rigidi in policarbonato, le resine che rivestono l’interno delle lattine dei cibi conservati, ma anche la carta degli scontrini e i cosmetici. A seguito dei provvedimenti sopra citati, fortunatamente, è ormai quasi del tutto assente dai biberon. Recentemente l’EFSA ha moderatamente rassicurato i consumatori su questa sostanza, sottolineando che rispetto ai livelli di esposizione non ci sono pericoli per la salute, nemmeno per i neonati, per gli adolescenti e per le donne in gravidanza, i soggetti ritenuti più a rischio. Gli studi sul BPA, tuttavia, sono ancora in corso e si attendono riscontri più completi.

Ftalati e DEHA

Gli ftalati sono sostanze usate per ammorbidire le plastiche, contenute nel PVC. Sono interferenti endocrini e possono migrare nei cibi, specialmente in quelli più ricchi di grassi. Possono danneggiare anche il fegato e i reni. La maggior parte delle pellicole trasparenti per conservare gli alimenti non contengono più queste sostanze, limitate anche nei giocattoli. Il PVC, inoltre, contiene il DEHA (di-ottil-adipato), un composto che può danneggiare le ossa, il fegato e i reni.

Formaldeide e Melammina

La formaldeide, cancerogena e genotossica, può essere contenuta nelle plastiche del gruppo 7, ma anche in prodotti non alimentari come i rivestimenti dei mobili, le vernici e i cosmetici per capelli. La melammina, insieme alla formaldeide, è impiegata per preparare resine termoindurenti utilizzate per le stoviglie e può causare danni renali e alle vie urinarie.

Stirene

È un idrocarburo aromatico contenuto nel polistirolo che ha una struttura simile a quella degli estrogeni. Può causare intossicazioni e interferenze ormonali.

Plastiche in cucina: che fare?

plastica alimenti

 

Valutando i rischi che un uso errato può favorire, la plastica per alimenti non può essere considerata del tutto sicura. In questa sezione presenteremo alcuni consigli per utilizzare al meglio i cosiddetti MOCA, seguendo anche le indicazioni dell’Istituto superiore di Sanità. Quando presenti, ovviamente, vanno sempre considerate le istruzioni dei produttori.

  • Non inserire cibi caldi nei recipienti di plastica. Anche nel forno a microonde, è meglio non utilizzare contenitori realizzati con questi materiali.
  • Non riutilizzare troppo a lungo bottiglie e contenitori vecchi, graffiati e usurati. Per lo stesso motivo, è bene lavare i recipienti con spugne non abrasive.
  • Preferire sempre le pellicole senza PVC e ftalati, e non utilizzarle a contatto con cibi molto grassi.
  • Consumare meno cibi in scatola, soprattutto se contenenti liquidi. Quando è possibile, preferire sempre scatolette senza bisfenolo A.
  • Limitare l’uso della plastica. Molti dei materiali citati possono essere ottimamente sostituiti da recipienti in vetro o acciaio inox. Per le merende da asporto, come anche per la spesa, invece, può tornare di moda la stoffa, resistente e lavabile. Contenere il consumo di plastica fa bene alla salute e all’ambiente.

In questa direzione sta andando la Francia, che dal 2020 vieterà la produzione, la vendita e la cessione gratuita delle stoviglie monouso di plastica, che i produttori dovranno sostituire con prodotti biodegradabili. Si tratta del primo provvedimento di questo tipo a livello mondiale, che rientra nelle misure nate dopo la conferenza sul clima Cop21 di Parigi, del dicembre 2015. Nei nostri precedenti articoli, abbiamo visto come la Francia sia già all’avanguardia nella lotta contro lo spreco alimentare e contro il cibo spazzatura.

Le normative introdotte e l’iniziativa volontaria dei produttori stanno progressivamente eliminando la plastica per alimenti considerata meno sicura, anche se questi provvedimenti non sono condivisi in tutto il mondo. Pertanto, se non si può fare a meno di questi materiali è sempre meglio preferire quelli che rispettano gli standard europei.

Dopo questo approfondimento sulla plastica per alimenti, può essere interessante leggere i nostri articoli sulle sostanze potenzialmente nocive presenti nei cibi, come i nitriti, i solfiti e gli aromi. Inoltre, vi consigliamo un’intervista al professor Spisni sulle diete dannose da evitare.

Fonti:
Autorità europea per la sicurezza alimentare – EFSA
Istituto superiore di Sanità
Regolamento CE 1935/2004
Regolamento CE 2016/1416
Report
Altroconsumo

Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

62 risposte a “Plastica per alimenti: cosa c’è da sapere?”

  1. angelo pecile ha detto:

    Salve, le volevo chiedere se una rete in HDPE può essere utilizzata in alternativa alla rete in acciaio inox, come rete antinsetti: nel mio caso verrebbe utilizzata per appoggiare piante da essiccare a basse temperature (<35 gradi C.)

    • Matteo Garuti ha detto:

      Ciao Angelo,
      l’acciaio inox alimentare è uno dei materiali migliori per il contatto coi cibi. Anche l’HDPE è sicuro, meglio se a basse temperature. Eventualmente, puoi evitare di esporlo al sole diretto nelle ore più calde, e per informazioni più dettagliate ti consiglio di contattare il produttore delle reti in questione.

  2. Caterina ha detto:

    Ciao Matteo, complimenti per l’articolo! volevo chiederti se mio figlio di dieci anni agli scout può usare una borraccia dove c’è su scritto 5pp e 7other,ho capito che 5va bene,ma 7contiene formaldeide e altre cose che se a contatto con il calore vengono rilasciate negli alimenti.non sono molto sicuro ed è assurdo che siano in vendita ancora oggi dopo quanto stanno studiando! quindi neanche al sole può essere lasciata?come posso lavarla prima del primo utilizzo?in che modo posso togliere più sostanze nocive? grazie mille per la sua risposta

    • Matteo Garuti ha detto:

      Grazie Caterina,
      con le plastiche 7 i problemi possono subentrare soprattutto se le bevande con le quali vengono a contatto sono molto calde. I lavaggi non hanno una funzione rilevante per togliere le sostanze potenzialmente nocive, comunque se la borraccia ha il marchio C E (con lo spazio fra le due lettere) non dovrebbe essere pericolosa. Il sole intenso può favorire il deterioramento del materiale, e i recipienti di plastica, anche se robusti, in genere non andrebbero usati per anni.
      Ad ogni modo, per le borracce termiche e l’attrezzatura alimentare da escursionismo il materiale migliore è l’acciaio inox, a maggior ragione se si pensa di utilizzarli anche per i liquidi caldi. Una buona borraccia in acciaio costa di più ma dura molto a lungo, oltre ad essere resistente e sicura. In alternativa, per le bevande fredde o a temperatura ambiente, si possono scegliere recipienti in Tritan, una nuova plastica resistente e senza bisfenolo, io stesso ne ho una che uso per la palestra.
      Gli studi sulle plastiche, però, sono in continua evoluzione, e sappiamo che un materiale ritenuto innocuo oggi potrebbe non esserlo altrettanto in futuro. Non voglio certo creare allarmismo, ma per l’escursionismo, le bevande calde e gli usi più gravosi in generale ti consiglierei di evitare la plastica.

  3. Gianna ha detto:

    Buon giorno, i bicchieri dei distributori auomatici di caffè sono sempre marchiati col il 6 (PS) .. il caffè è molto caldo quindi non credo sia proprio indicato…

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Gianna,
      sì, la plastica, soprattutto se usa e getta, non è mai l’ideale se abbinata agli alimenti molto caldi. Nel limite del possibile, è sempre meglio scegliere la ceramica, il vetro o l’acciaio per questi usi. Per evitare un’esposizione prolungata, sarebbe meglio non fare delle bevande calde alla macchinetta un’abitudine quotidiana.

  4. Anna ha detto:

    Buonasera,vorrei sapere se i contenitori con il numero 4 sono adatti per congelare gli alimenti nel freezer o se la contaminazione di sostanze nocive è possibile anche con i cibi freddi.Grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Anna,
      in generale, sono le temperature alte e non il freddo a creare i problemi finora noti. La plastica numero 4 (LDPE) viene utilizzata soprattutto per i sacchetti da freezer e può essere considerata sicura. Quando si stratta di contenitori rigidi, l’indicazione di massima è quella di non riutilizzarli per troppi anni, specialmente se iniziano a essere logori. A presto!

  5. Caterina ha detto:

    Salve, vorrei sapere se i contenitori con numero 6 sono adatti e a norma per inserire cibo caldo presso una mensa di scuola materna, cioè per bambini da 3 a 5 anni

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Caterina,
      può verificare se sul contenitore è presente il simbolo ‘Forbicchiere’, che è una attestazione immediata della idoneità del prodotto.
      Se è assente dovrebbe avere dichiarazione di idoneità all’utilizzo a contatto con alimenti da parte di chi utilizza/propone questo contenitore.

  6. Maurizio ha detto:

    Salve, sto cercando di acquistare una spatola per mescolare gli ingredienti per i dolci.
    Online vedo soprattutto prodotti in silicone con evidenza scritta di assenza di Bisfenolo A.
    La domanda sorge spontanea: questo Silicone è sicuro dato che, si tratta di un utensile che si utilizzerà spesso?
    Del marchio “Forbicchiere” non viene mai citato, ma solo che adatto per alimenti; come comportarsi?
    Grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Maurizio,
      il silicone per alimenti può essere considerato sicuro, anche se non è per forza da preferire ad altri materiali da cucina. Nel caso, è importante scegliere prodotti di qualità, che in etichetta riportino attestazioni di sicurezza come il marchio C E (con lo spazio fra le due lettere) o il marchio della normativa alla quale il prodotto si attiene, oltre alle indicazioni per l’uso. Prima del primo utilizzo, questi materiali potrebbero richiedere lavaggi accurati per evitare la possibilità di rilascio di sostanze nocive.

  7. Paolo ha detto:

    Buongiorno,
    non so’ se fuori tema ma volevo chiederLe quali sono i materiali migliori per le padelle e pentole. Vanno tanto di moda le antiaderenti. Cosa deve esserci scritto per stare sicuri, e in alternativa cosa comprare. grazie

  8. Silvana ha detto:

    Buongiorno, e grazie della trattazione.
    Vorrei chiedere della Plastica PCTG, che ho trovato indicata in alcune bottiglie per uso alimentare.
    Grazie!

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Silvana e grazie per l’apprezzamento.
      Il PCTG fa parte delle nuove plastiche copoliesteri che derivano dal PET, rispetto al quale offre migliori caratteristiche meccaniche. Le indicazioni di utilizzo sostanzialmente ricalcano quelle del PET, ma la resistenza e la durata nel tempo dovrebbero essere superiori.
      Anche il Tritan rientra in questa categoria di nuove plastiche e oggi è utilizzato per produrre bottiglie e borracce durevoli senza bisfenolo-A, io stesso ne ho una. Pur considerando le migliori proprietà di questi materiali, il consiglio di massima resta quello di evitare il contatto con cibi e liquidi molto caldi.

  9. Adolfo ha detto:

    Un’articolo interessante. Provo però tristezza davanti ad una società che dovrebbe considerarsi “civile” costretta invece a districarsi nel meno peggio! Intendo dire che se alcune plastiche sono ad oggi di comprovata pericolosità andrebbero vietate e basta. Invece prevale la logica di mercato che poco a volte sembra considerare la salute dei cittadini, Donne e Bambini compresi. Una vergogna del nostro tempo, spesso avallata dagli organi competenti che si limitano ad annotare, piuttosto che “fare”
    Adolfo

  10. Franca ha detto:

    Buonasera, ho acquistato alcune ciotoline colorate. Sono marchiate pp05, c’è il simbolo forchetta bicchiere, ma non il marchio CE. Ho notato che lavandole in lavastoviglie il colore si è trasferito su altre ciotole di plastica bianca e su un tagliere…quindi oltre al tipo di plastica come ci comportiamo con i coloranti!?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Franca,
      Il codice “PP 05” si riferisce al polipropilene, come spiegato nell’articolo. Se il materiale ha ceduto colore, le sconsiglio di usare ancora gli oggetti.

  11. Nadia ha detto:

    Buongiorno, grazie per le informazioni.
    La melammina è sicura a contatto con cibo caldo per bambini?
    Grazie.

  12. Nadia ha detto:

    Buongiorno, grazie per le informazioni.

    Melammina è sicura a contato con cibi caldi per bambini?

    Grazie!

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Nadia,
      come si precisa nell’articolo, la melammina (resine melaminiche) può essere presente in alcune plastiche, in genere appartenenti al gruppo 7. Se il materiale che la contiene viene a contatto con cibi caldi può rilasciarla, con il rischio di causare danni ai reni. Ribadisco che il consiglio generale è quello di evitare sempre la plastica con i prodotti molto caldi, a maggior ragione se si tratta di materiali del gruppo 7. Gli utensili realizzati con resine melaminiche sono rigidi e infrangibili, spesso colorati, ma è sempre bene leggere i codici di riferimento per identificarli. Al momento dell’acquisto, inoltre, bisognerebbe evitare gli oggetti di dubbia provenienza o privi delle necessarie garanzie.

  13. Chiara ha detto:

    Buongiorno. Ho acquistato una borraccia molto semplice in plastica dura. E’ marchiata con il simbolo 7 – PCTG. Leggo sopra che perr il PCTG “Le indicazioni di utilizzo sostanzialmente ricalcano quelle del PET”. Ma ho trovato uno schema dal quale pare che sia il PET che tutte le plastiche con codice 7 non sono riutilizzabili più volte, è vero? Trattandosi di una borraccia, mi sembrerebbe abbastanza assurdo… Grazie mille per la risposta.

    • Redazione ha detto:

      Buongiorno Chiara,
      come si riportava nel commento precedente, se confrontato con il PET il PCTG offre migliori caratteristiche meccaniche, una maggiore resistenza e una durata superiore. La tabella riportata nell’articolo è precedente rispetto alla diffusione delle nuove plastiche copoliesteri come il PCTG. In via precauzionale, eviterei comunque il contatto con liquidi caldi e un uso protratto per molti anni, mentre per il PET il riutilizzo alimentare – come le bottiglie di acqua minerale riempite varie volte dopo il primo uso – dovrebbe essere assai più limitato.

  14. stefania ha detto:

    Buonasera, ho una curiosità. ho notato che gli yoghurt sono confezionati a volte in vasetti di pp 03, a volte in vasetti di ps 06. ci sono dei motivi particolari o è solo una scelta commerciale dei produttori? ad esempio differenze sulla shelf life del prodotto? la permanenza nel frigorifero può in qualche modo alterare il contenuto in uno dei due casi? grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Stefania,
      per avere informazioni specifiche su un singolo packaging, occorre interpellare direttamente produttori. In linea generale, tuttavia, la scelta delle plastiche per i barattoli è dettata soprattutto dai costi e dalle caratteristiche di questo alimento. I materiali sono idonei all’utilizzo monouso, inoltre, il tempo limitato di conservabilità dello yogurt e la bassa temperatura di mantenimento di per sé contribuiscono a scongiurare il rischio di rilascio di sostanze nocive, che è invece associato soprattutto alle temperature elevate (contatto con cibi e bevande calde o fonti di calore intense) e in secondo luogo al riuso di oggetti logori protratto per diversi mesi o anni.
      Grazie.

  15. Gabriella Lo Priore ha detto:

    ho acquistato, piatti e bicchieri di plastica, prima dell’uso devo lavarli o sono venduti gia’ sterilizzati? grazie

  16. Marco ha detto:

    Buongiirno e complimenti anche da parte mia sulle informazioni preziose che ho trovato. Stiamo pensando di acquistare un essicatrice per alimenti. Al suo interno la temperatura può arrivare fino a 70 gradi. Leggendo il vostro articolo escluderei quelli in BPA senza dubbio. In acciaio sarebbero ottimi. E quelli in ABS per alimenti ? Grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Marco,
      grazie mille per l’apprezzamento.
      Le plastiche più recenti e innovative offrono maggiori garanzie di sicurezza e durata. Tuttavia, mi sento di consigliare ancora i materiali alternativi, soprattutto quando si lavora a temperature superiori ai 50-60 gradi. In generale, preferire l’acciaio, il vetro pyrex e la ceramica costituisce una precauzione in più e permette di limitare il consumo di plastica, aspetto importante dal punto di vista ecologico. Inoltre, i materiali appena citati sono comunque più durevoli, inerti e adatti a sostenere il calore.
      In sostanza, cerchiamo di limitare il più possibile l’uso delle plastiche e abituandosi ci si accorgerà facilmente che gli usi per le quali sono indispensabili, almeno in cucina, sono davvero pochissimi.

  17. Silvia ha detto:

    Buongiorno il polistirolo può essere pericoloso solo a contatto con alimenti o anche negli altri usi tipo cappotti interni nelle abitazioni?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Silvia,
      il polistirolo può essere nocivo quando viene a contatto diretto con alimenti molto caldi, oppure se viene avvicinato a fonti di calore molto forti (fornelli, caldaie, forni, fiamme vive, ecc.).
      Quando viene usato in edilizia come isolante non si verificano queste condizioni, per di più il materiale in genere viene incapsulato o inserito all’interno delle pareti.

  18. Roberto ha detto:

    Buongiorno, grazie per il bell’articolo.
    La mia vaporiera elettrica ha i vassoi sui quali si mette a cuocere il cibo e tutta la base ravvicinata all’ l’acqua bollente in PP, quindi ok.
    Per il resto della macchina, ossia divisori interni, cestelli, pareti laterali e coperchi, ossia parti più strutturali (le solite plastiche trasparenti colorate) che non vengono a diretto contatto con il cibo sono in PC.
    Ora mi domando: la pericolosità del PC è solo se a diretto contatto con gli alimenti o le alte temperature per lunghi periodi, come avviene usando una vaporiera, possono causare dei rischi anche solo con parti volati che potrebbero sprigionarsi durante l’uso in tali condizioni?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Roberto, grazie per l’apprezzamento.
      Se la sua vaporiera ha il marchio C E ed è di costruzione recente non dovrebbero esserci problemi di sicurezza. A oggi, i rilasci di sostanze nocive monitorati dalle ricerche si riferiscono essenzialmente al contatto diretto con gli alimenti. Il policarbonato (PC), ad ogni modo, resiste bene a temperature entro i 70 gradi centigradi.

  19. federica ha detto:

    Buongiorno, bevo acqua di rubinetto che, solo in estate, conservo in frigorifero dentro una caraffa tuppeware pp5. quindi solo per raffreddare acqua e conservarla non più di 24 ore. la lavo sempre in lavastoviglie poi. può andare bene o potrebbe essere pericoloso? grazie e buon lavoro

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Federica,
      i possibili rischi dovuti al contatto tra plastiche e alimenti dipendono essenzialmente dalle temperature elevate. Conservare l’acqua in recipienti di polipropilene (PP, n.5) in frigorifero non è pericoloso. Tuttavia, le bottiglie di vetro sono sempre da preferire, in quanto pressoché eterne – mentre invece i contenitori di plastica nell’arco di alcuni anni vanno sostituiti – e prive di controindicazioni, oltre a essere ecologicamente più sostenibili nel lungo periodo. Grazie.

  20. Gianni ha detto:

    Buongiorno, complimenti per le esaurienti risposte, volevo sapere se si usano recipienti di plastica N. 7 esclusivamente per lavare alimenti (tipo verdure) e le classiche centrifughe per le insalate, quindi acqua fredda, non comporta nessun rischio oppure qualche sostanza può essere tralasciata e contaminare le verdure?
    Grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Ciao Gianni,
      grazie per l’apprezzamento,
      In genere gli oggetti come le centrifughe da insalata sono in polipropilene (PP 05), comunque il contatto con acqua fredda, a quanto si sa, non crea problemi con nessuna delle plastiche alimentari più diffuse. Ad ogni modo, è sempre importante scegliere strumenti con marchio “C E”.

  21. Mazzanti ha detto:

    Buongiorno Matteo e complimenti per la competenza.
    Vedo il dilagare di tecniche di cottura come la sottovuoto a bassa temperatura dove i cibi restano a temperature comprese tra i 50 e i 72 gradi per tempi fino a 24 ore e oltre. Ho visto foto di persone cuocere in buste goffrate che spesso non sono idonee alla cottura con probabilità di migrazioni altissime. Quali sono gli strumenti per sensibilizzare le persone ad utilizzare le buste idonee ? Quali le leve su cui lavorare per preservare la salute di tutti, compresi i clienti di ristoranti che ignari mangiano cibi a rischio?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Ciao Mazzanti,
      grazie mille.
      Sui sacchetti utilizzati per la cottura sottovuoto ti suggerisco di leggere questo approfondimento che ho realizzato con il contributo della professoressa Patrizia Hrelia, presidente della Società italiana di Tossicologia e docente dell’Università di Bologna. Il complesso tema della sensibilizzazione richiede la collaborazione di istituzioni, aziende, media e cittadini, e sappiamo che per cambiare abitudini e consuetudini serve tempo. Parallelamente, però, è importante diffondere informazioni scientificamente corrette, evitando l’allarmismo → https://www.ilgiornaledelcibo.it/sacchetti-per-la-cottura-sottovuoto-sono-sicuri/

  22. Céline Tessiau ha detto:

    Buongiorno Matteo, il marchio CUKI vende dei sacchetti forno “cottura dietetica” in PET01. È segnalato sulla confezione “da non utilizzare a temperature superiori ai 220°C e non oltre 60 minuti al forno”.
    Rispettando queste misure, secondo Lei rimane comunque nocivo per la salute? Grazie per la sua risposta.

  23. giuseppe ha detto:

    buongiorno, volevo chiederle se utilizzare i sacchi da condomio di 110 litri per la nettezza urbana, realizzati in polietilene ad alta densità HDPE, numero 2 o in polietilene a bassa entita’ LDPE numero 4, realizzati con materiale riciclato ed usarli in casa, in inverno e in estate con 25/28 gradi, sia per i bidoni della spazzatura e sia per tenere in ordine oggetti o vestiti, puo’ essere dannoso per la salute perche’ emana sostanze tossiche?
    HDPE e LDPE sono idonei per custodire oggetti o vestiti e quali temperature cominciano as emettere sostanze nocive sono sufficienti 28/30 gradi in estate, per l’emissione di sostanze tossiche?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Giuseppe,
      a temperatura ambiente i sacchi realizzati con questi materiali non sono nocivi. Dopo un po’ di tempo, però, tendono a sbriciolarsi (tipicamente i sacchi neri da spazzatura), quindi non sono la scelta ideale per conservare a lungo gli indumenti o altri oggetti. Per questo utilizzo, sono da preferire i sacchi di tela, che sono lavabili, atossici e molto durevoli. Per i vestiti, in alternativa, si possono usare i sacchi di plastica trasparenti specifici per questo uso e disponibili in varie dimensioni. Buona giornata.

  24. giuseppe ha detto:

    buongiorno, i sacchi della nettezza urbana che compro e che uso sia per i bidoni e sia per tenere oggetti custoditi, sono in polietilene leggeri, realizzati parzialmente con materiale riciclato e trasparenti, un poco traslucidi e i sacchi sono quasi senza odore
    non compro i sacchi neri perche’ ho notato che odorano molto di piu’ di plasto chimica,

    i sacchi che compro usualmente non si sbriciolano e sono di varie marche, che pero’ sono la stessa tipologia e sempre trasparenti

    buona l’idea dei sacchi in tela che tuttavia non ho trovato in midsura grande ad un prezzo normale, li vendono a peso d’oro

    secondo voi i sacchi che ho indicato nel link non producono sostanze tossiche in un appartamento in estate a 25/30 gradi? per cui 25/30 gradi sono considerati temperatura ambiente?

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Giuseppe,
      quelli realizzati in tela sono certamente più costosi, ma una volta acquistati (o cuciti in casa) sono pressoché eterni. Per gli abiti, come detto, esistono sacchi di plastica specifici e in diverse misure. La temperatura ambiente è quella dell’aria circostante e 25-30 gradi sono parametri del tutto normali alle nostre latitudini.

  25. Al ha detto:

    Buonasera, cortesemente vorrei sapere se i colapasta in plastica in generale sono tutti senza simboli, possono essere nocivi quando si svuota la pasta appena cotta?, e condire le verdure su terrine in plastica?
    grazie.

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buonasera Al,
      come per tutti gli utensili da cucina pensati per venire a contatto con gli alimenti, anche per gli scolapasta e le terrine devono essere riportati i riferimenti sul tipo di materiale (sull’oggetto o almeno sulla confezione) ed è importante acquistare solo quelli con marchio di sicurezza europeo (C E con lo spazio tra le due lettere) o il marchio della normativa alla quale il prodotto si attiene. In linea di massima, ad ogni modo, gli scolapasta di acciaio e le terrine di vetro sono da preferire per il contatto con i cibi caldi, perché oltre a essere più sicuri sono anche molto più durevoli nel tempo.

  26. Giusi Vannelli ha detto:

    Salve, posso riutilizzare i sacchetti di plastica della plastica per congelare verdure fresche e carni crude? Grazie

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Giusi,
      per contenere alimenti da surgelare è bene usare solo i sacchetti da freezer pensati per questo utilizzo, che in genere sono realizzati in plastica LDPE (polietilene a bassa densità, numero 4). Questo materiale non dovrebbe essere riutilizzato a lungo e non va impiegato ad alte temperature (non inserire cibi ancora caldi, ad esempio).

  27. margy ha detto:

    Buonasera, dovendo acquistare un recipiente per l’acqua ad uso domestico in condominio e volendo realizzare quindi un’autoclave, è indicato il contenitore in resina o polietilene? Detti recipienti sono effettivamente sicuri? Possiamo stare tranquilli?
    Grazie in anticipo per la riposta che vorrete celermente dare

  28. Guido ha detto:

    Buongiorno, in un microonde Whirlpool appena acquistato vi è a corredo un accessorio in plastica, in PP, formato da un contenitore, una griglia ed un coperchio creato per cuocere a vapore gli alimenti. rimarrebbe quindi a 100° circa per 5/15 minuti con il cibo all’interno in cottura. La cosa non mi convince per niente, soprattutto quando questo accessorio inizia a non essere nuovissimo. Penso di cestinarlo immediatamente. Grazie per il suo autorevole parere.

    • Matteo Garuti ha detto:

      Buongiorno Guido,
      seguendo le istruzioni del produttore può usare gli accessori in dotazione. In alternativa, può eseguire le cotture a vapore utilizzando supporti specifici per il forno tradizionale o per i fornelli, anziché il microonde.

  29. maria ha detto:

    Salve, vorrei acquistare dei contenitori gastronomici per uso professionale nel mio ristorante. Ritiene che per i sughi con pomodoro siano più adatti in tritan o in acciaio? Grazie

    • Redazione ha detto:

      Ciao Maria, secondo la nostra tecnologa alimentare, entrambi i contenitori vanno bene per conservare i sughi con pomodoro, ma in ogni caso il consiglio è di evitare di conservare il sugo quando è ancora troppo caldo. Grazie!

  30. Ubaldo ha detto:

    Buongiorno, vorrei sapere di che tipo devono essere i contenitori a bottiglina con beccuccio per contenere Olio evo, Maionese, Ketchup o altre salse che vedo spesso utilizzare nelle cucine dei ristoranti. Ne ho trovati alcuni con il numero 4. Vanno bene o ce ne sono di migliori?
    Grazie

  31. Maria Grazia Dalla Cà ha detto:

    Complimenti Matteo per la precisione e la completezza dell’articolo e delle risposte. e’ difficile trovare giornalisti così precisi, scrupolosi e corretti! Vorrei porti una domanda che sarà la prima fra tante che possò dopo aver letto i tuoi articoli che, per fortuna, ho trovato cercando info sulla nocività del NYLON per posate grandi da cucina. Ho acquistato nfatti posate grandi da usare con tegami inaderenti e, non trovando quelle in silicone, ho acquistato un set di 6 posate in Nylon. Ho visto il simbolo del traiangolo con il 7 e la scritta Other e senza marchio C_E impresso sulla scatola contenente. Come unica avvertenza è scritto di usarle entro i 210°. Sulle singole posate non appariva nessun simbolo e quindi occorre fidarsi del produttore e sperare che i simboli sulla scatola si riferiscano onestamente alle posate contenute…. Ti chiedo comunque se posso fidarmi che i rischi segnalati dal triangolo 7 Other siano davvero siltanto per chi le usa a temperatura superiore ai 210 gradi. Ti ringrazio molto e scusa la prolissità che tu sei autorizzato a ridurre drasticamente!

  32. Letizia ha detto:

    Salve! Sto cercando delle borracce per i miei bambini, da usare tutti i giorni a scuola. Mi ero orientata su quelle in tritan, ma vedo che sul fondo c’è comunque il triangolo con il numero 7. Come mai? E se invece usassero bottigliette usa e getta, quindi in PET, sarebbe meglio? Grazie

  33. Luca Parenti ha detto:

    Per l’associazione a cui appartengo, siamo in procinto di acquistare due spianatoie per impastare dimensioni circa 120 cm x 80 cm, vorremmo farle in PE, magari HMW o UHMW, secondo lei vanno bene? Oppure ha qualche suggerimento in merito? Grazie.

  34. chiara ha detto:

    articolo e risposte ai commenti MOLTO interessanti

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