panettone o pandoro

Panettone o pandoro: differenze e curiosità sul dolce re del Natale

Angela Caporale
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    Ormai il clima di Natale ha contagiato tutta l’Italia. Non c’è più città o paesino che non sia addobbato, tra lucine e vetrine agghindate a festa, e famiglie che camminano svelte tra i negozi per assicurarsi il regalo perfetto per tutti. Almeno chi non ha seguito il consiglio di Monica Face che ha raccolto 5 deliziose ricette per biscotti fatti in casa da impacchettare e portare in dono.
    Di fronte ai ricchi banconi delle pasticcerie o del supermercato, però, aleggia un dubbio che, ne siamo certi, ci siamo posti tutti almeno una volta in questo periodo dell’anno: panettone o pandoro? Su questa alternative si dividono coppie solidissime, si riaprono rivalità familiari, si incrinano amicizie storiche. Ognuno ha la sua preferenza, al punto che c’è addirittura chi usa questa domanda per rompere il ghiaccio con qualcuno di sconosciuto e affascinante. Può risultare sorprendente, ma funziona!

    Dato che anche tra i redattori de Il Giornale del Cibo non c’è accordo su questo tema, abbiamo deciso di darvi alcuni elementi tra ricette, tradizioni e differenze caloriche, per aiutarvi nella scelta, almeno finché non arriva il prossimo Natale.

    Panettone o pandoro: che differenze?

    panettone pandoro coppia

    “Pan del Toni”, una tradizione milanese

    La storia del primo panettone è avvolta in un’aura fabiesca tipica del Natale. Infatti, si racconta che un tale Toni, garzone a servizio di Ludovico il Moro a Milano, per salvare il pranzo della vigilia di Natale sostituì il dolce bruciato del cuoco con del pane condito all’ultimo momento con ciò che aveva a disposizione: la frutta secca. Una ricetta che conquistò la corte al punto che il nuovo dolce venne poi replicato e chiamato “Pan del Toni”, da cui “panettone”.

    Una versione alternativa di cui abbiamo parlato quando vi abbiamo spiegato come fare il panettone, sostiene che Toni fosse un fornaio la cui figlia, Adalgisa, era talmente bella da aver attirato l’attenzione di un falconiere di nobili origini, Ughetto Atellani. Tuttavia questo amore non si poteva concretizzare, perché l’attività commerciale di Toni aveva grossi problemi, Ughetto, allora, non si perse d’animo, si finse un garzone e preparò un pane dolce con uvetta e frutta secca, una preparazione semplice che però riscosse subito grande successo. Questo “Pan del Toni”, quindi, salvò non soltanto le sorti di Toni il fornaio, ma anche quelle della love story tra Ughetto e Adalgisa: una vera e propria fiaba di Natale.

    La realtà, purtroppo, è meno romantica, ma quel che è certo è che dalla Lombardia il panettone si diffuse in tutta Italia a partire dal XV ed è ancora oggi il dolce tipico delle festività natalizie. Per chi vuole mettersi alla prova, o in competizione con Toni, non possiamo che suggerirvi di provare a preparare il panettone in casa, anche nella versione senza glutine.

    panettone

    La storia veneta del Pandoro

    Se, dunque, abbiamo scoperto che il panettone è nato in Lombardia, altra origine e altra leggenda ci consente di scoprire di più a proposito del primo Pandoro. La parola “oro” che possiamo notare con facilità nel nome non è altro che l’aggiunta delle uova all’impasto che lo rendono effettivamente più giallo.

    Ma questa spiegazione non è certo sufficiente ad aiutarci a dirimere la scelta tra pandoro o panettone. Chi ha provato a ricostruire la storia del dolce tipico veronese ci conduce fino alla Venezia rinascimentale. Si racconta, infatti, in quell’epoca di grande ricchezza per la Città Ducale non fosse raro che i dolci venissero serviti ricoperti da foglie di oro zecchino.

    Più probabilmente il pandoro, con la sua tipica forma a stella, è l’erede del “nadalin”, un dolce molto semplice preparato proprio a Natale in tutte le case veronesi. Ed è proprio Verona la città dove la produzione del pandoro si è affermata nel corso dell’Ottocento, anche per merito del fatto che i pasticceri locali trascorrevano spesso un periodo di formazione a Vienna, una vera e propria garanzia se consideriamo che gli austriaci hanno inventato anche il croissant! Ma questa è decisamente un’altra storia.

    pandoro

    Le differenze evidenti: ingredienti e forma

    Tornando, a questo punto, alle differenze tra panettone e pandoro dobbiamo menzionare quelle più evidenti, a scanso di equivoci. Infatti, il panettone ha forma tonda, con una crosticina abbastanza spessa e non viene servito con lo zucchero a velo. Il pandoro, invece, ha la tipica forma stellata, l’esterno è sì più scuro dell’interno, ma ugualmente soffice ed è sempre cosparso da abbondante “neve” dolce.

    Anche gli ingredienti cambiano tra l’uno e l’altro. Il panettone ha l’uvetta o la frutta candita, almeno nella ricetta tradizionale, mentre il pandoro dovrebbe essere preparato sempre con l’aroma di vaniglia. Ciò non toglie che la creatività possa essere impiegata per servirli in maniera differente: in molti abbinano il pandoro, per esempio, ad un’ottima crema al mascarpone fatta in casa, mentre la nostra lettrice Laura ci suggerisce di presentare il panettone farcito al gelato, amaretti e frutta secca. Azzardato? Non ci resta che provarlo, ammesso che facciamo parte del “team Pan de Toni”.

    Panettone o pandoro? Una questione di calorie, e di porzioni

    pandoro bambino

    Un’ulteriore differenza che sicuramente interesserà molto chi vuole affrontare con serenità le abbuffate natalizie è quella calorica. In verità, prendendo come punto di riferimento le ricette classiche, la differenza è minima: infatti per una porzione di pandoro assumiamo circa 280 calorie, mentre per una di panettone le calorie sono 260. “Colpa” di burro, zuccheri e grassi. Dal punto di vista nutrizionale, infatti, questi sono gli elementi più rilevanti, vi infatti una piccola componente di fibra e una discreta quantità proteica.

    Qual è, però, la porzione perfetta, quella che possiamo concederci senza troppi rimorsi? Gli esperti consigliano di limitarsi ad 80 grammi circa, da consumare a ridosso dei pasti. Meglio evitare di rimandare e tenersi la fetta di panettone o pandoro come spuntino o per merenda: fare delle pause tra un pasto e l’altro, infatti, permette alla saliva di riequilibrare il pH della bocca preservandone la salute, e riducendo quindi il rischio di formazione di placca, tartaro e carie.

    Ora che abbiamo scoperto tutte le differenze, anche minime, tra i due dolci più amati del Natale, non ci resta che fare la nostra scelta e rispondere all’annosa domanda: panettone o pandoro

    Passaporto friulano e cuore bolognese, Angela vive a Udine dove lavora come giornalista freelance. Per Il Giornale del Cibo scrive di attualità, sociale e food innovation. Il suo piatto preferito sono i tortelloni burro, salvia e una sana spolverata di parmigiano: comfort food per eccellenza, ha imparato a fare la sfoglia per poterli mangiare e condividere ogni volta che ne sente il bisogno.

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