coltivazioni biologiche

Nuova legge sull’agricoltura biologica approvata alla Camera

Elena Rizzo Nervo

L’anno scorso nell’intervista a Gianumberto Accinelli al quale chiedevamo se il biologico valesse la spesa, il ricercatore e fondatore del progetto EUGEA, aveva definito l’agricoltura biologica come un modello remunerativo ed economicamente efficiente. Ora questa valutazione sta diventando una legge italiana, in quanto, con l’approvazione alla Camera del 2 maggio 2017, è partito l’iter della proposta di legge chiamata “Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico”.

Tra soddisfazione diffusa e prime critiche, vediamo di capire meglio quali sono gli aspetti innovativi della legge sull’agricoltura biologica che ora è passata alla discussione in Senato.

legge agricoltura biologica

Legge agricoltura biologica: l’interesse nazionale del bio

Il testo appena approvato è la sintesi (testo unificato) di due proposte di legge: Disposizioni per lo sviluppo e la competitività della produzione agricola e agroalimentare con metodo biologico il cui primo firmatario è Massimo Fiorio del PD, e Norme in materia di produzione biologica dei deputati Castiello, Riccardo Gallo, Gullo, Squeri. L’iter ha previsto un’ampia consultazione tra tutti i soggetti in grado di fornire un contributo utile al provvedimento, avviato “affinché l’agricoltura biologica possa essere valorizzata, nell’interesse dei consumatori e dei produttori, in modo adeguato alla crescente rilevanza che assume per l’economia rurale italiana e per lo sviluppo di produzioni di qualità, rispettose dell’ambiente e delle risorse naturali”, come si legge nel testo. Questo è il primo, fondamentale, aspetto della normativa, poiché come sottolinea con soddisfazione l’Associazione Italiana Agricoltura Biologica (AIAB) viene riconosciuta come “attività di interesse nazionale con funzione sociale, in quanto attività economica basata, tra l’altro, sulla qualità dei prodotti, sulla sicurezza alimentare, sul benessere degli animali e sulla riduzione delle emissioni inquinanti”.

Nello specifico, la legge disciplina i seguenti aspetti:

  • il sistema delle autorità nazionali e locali e degli organismi competenti;
  • i distretti biologici e l’organizzazione della produzione e del mercato;
  • gli strumenti finanziari per il sostegno della ricerca, per la realizzazione di campagne di informazione e di comunicazione istituzionale nonché per incentivare l’impiego di prodotti ottenuti con il metodo biologico da parte degli enti pubblici e delle istituzioni.

Le principali novità

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Innanzitutto, la legge che andrà ora in discussione al Senato prevede che il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali adotti un Piano d’azione nazionale per l’agricoltura biologica, con obiettivi molto importanti, tra i quali:

  • favorire la conversione al metodo biologico delle imprese agricole e agroalimentari
  • sostenere la costituzione di forme associative per rafforzare l’organizzazione della filiera dei prodotti biologici, ponendo particolare attenzione al ruolo delle piccole aziende agricole all’interno della filiera
  • incentivare il consumo dei prodotti biologici attraverso iniziative di informazione, formazione ed educazione al consumo
  • migliorare il sistema di controllo e di certificazione a garanzia della qualità dei prodotti biologici.

Novità di rilievo è rappresentata dalla comparazione tra agricoltura biologica e biodinamica; nella disposizione si legge infatti che: “il metodo di agricoltura biodinamica, che prevede l’uso di preparati biodinamici, applicato nel rispetto delle disposizioni del regolamento (CE) n. 834/2007 del Consiglio, del 28 giugno 2007, è equiparato al metodo di agricoltura biologica”.

Distretti biologici

Un aspetto particolarmente interessante riguarda, poi, la definizione dei distretti biologici. La prima esperienza, nata nel 2009 con il bio-distretto del Cilento promosso da AIAB, ha avuto grande successo, tanto che è stata replicata in altre zone, come Lazio e Toscana. Si tratta di territori naturalmente vocati al biologico che ora la legge riconosce e definisce come “sistemi produttivi locali, anche a carattere interprovinciale o interregionale, a spiccata vocazione agricola” e nei quali sia preponderante:

  1. La coltivazione, l’allevamento, la trasformazione e la preparazione alimentare e industriale di prodotti biologici conformemente alla normativa europea, nazionale e regionale
  2. La tutela delle produzioni e delle metodologie colturali, d’allevamento e di trasformazione tipiche locali.

biologico

Tra le parole d’ordine con cui questi distretti biologici sono istituiti troviamo favorire, promuovere, diffondere e semplificare il settore.

Strumenti organizzativi ed economici

Massimiliano Giansanti, Presidente di Confagricoltura, esprime soddisfazione per la nuova legge sull’agricoltura biologica sottolineando gli aspetti della normativa che favoriscono l’imprenditorialità. In particolare, si tratta dell’istituzione del Tavolo tecnico per l’agricoltura biologica. Questo organo, tra le altre funzioni, avrà il compito di:

  1. delineare gli indirizzi e le priorità (…) nell’ambito della produzione agricola e agroalimentare e dell’acquacoltura effettuate con metodo biologico
  2. esprimere pareri in merito ai provvedimenti concernenti la produzione biologica a livello nazionale ed europeo, con particolare riguardo alle questioni sulle quali lo Stato italiano è chiamato a fornire il proprio contributo in sede europea
  3. proporre gli interventi per l’indirizzo e l’organizzazione delle attività di promozione dei prodotti biologici, nonché favorire il coordinamento tra le autorità (…) e gli operatori, per assicurare la diffusione di tali prodotti sui mercati
  4. organizzare annualmente almeno un incontro in cui mettere a confronto le esperienze dei distretti biologici italiani e internazionali.

latte biologico

In quest’ottica, il Piano d’azione Nazionale e il Tavolo Tecnico in particolare, rappresentano due strumenti decisionali ed operativi strategici, anche per rafforzare il ruolo del nostro Paese in Europa, dal momento che il biologico italiano sta andando molto bene, pur dovendo fare i conti con leggi comunitarie talvolta discutibili, come abbiamo visto raccontandovi delle soglie dei pesticidi in agricoltura biologica.

Sempre Giansanti, che auspica un rapido iter al Senato, evidenzia l’importanza anche di un altro aspetto contenuto nella legge sull’agricoltura biologica, ovvero la previsione del Fondo per lo sviluppo dell’agricoltura biologica. Tale strumento “è finalizzato al finanziamento di programmi per lo sviluppo dell’agricoltura biologica”.

Si tratta di aspetti che, secondo il parere di Confagricoltura, permettono al settore biologico di uscire dalla nicchia e diventare agrobusiness.

La legge sull’agricoltura biologica approvata alla Camera prevede, inoltre, tra gli altri aspetti di particolare rilevanza, il sostegno alla ricerca tecnologica e applicata nel settore della produzione agricola biologica (almeno il 30 per cento delle risorse confluite nel Fondo per lo sviluppo deve essere destinato al finanziamento dei programmi di ricerca e innovazione nonché dei percorsi formativi nel settore) e la stipulazione di contratti di rete tra le imprese della filiera biologica, al fine di “favorire l’aggregazione imprenditoriale e l’integrazione tra le diverse fasi della filiera dei prodotti biologici”.

Libero scambio di sementi

scambio di sementi

Un ultimo aspetto da sottolineare riguardo la proposta di legge sull’agricoltura biologica, è contenuto nell’articolo 14 relativo alle sementi biologiche. Il testo, infatti, indica che “agli agricoltori che producono le varietà di sementi biologiche iscritte nel registro nazionale delle varietà da conservazione, nei luoghi dove tali varietà hanno evoluto le loro proprietà caratteristiche, sono riconosciuti il diritto alla vendita diretta e in ambito locale (…), nonché il diritto al libero scambio”. Questa disposizione viene estesa anche alle sementi biologiche non iscritte nel registro, purché prodotte in azienda e con qualche restrizione.

La nuova legge sull’agricoltura biologica, quindi, sembra presentarsi come una buona legge, fondamentale per un settore in crescita, come afferma Silvia Fregolent, Presidente dell’associazione parlamentare “Amici del Bio”, aggiungendo che “si tratta di disposizioni innovative che interessano 60.000 aziende agricole, oltre 8.000 imprese di trasformazione e 250.000 addetti in un comparto che dal 2010 ad oggi ha ottenuto una crescita media di mercato dell’11 per cento”.

La nuova normativa nasce anche per tutelare il settore dopo gli scandali del biologico falso; non ci rimane che vedere come andrà a finire in Senato. Intanto arrivano le prime critiche dal Movimento 5 Stelle che ritiene la legge insufficiente a sostenere il comparto biologico. Voi cosa ne pensate?

Giornalista pubblicista, Elena è nata a Bologna, dove vive e lavora. Per Il Giornale del Cibo si è sempre occupata di attualità, sana alimentazione e sostenibilità. Il suo piatto preferito é il Gâteau di Patate, "perché sa conquistare tutti, unendo gusto e semplicità". Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

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