insalata in busta

L’insalata in busta è sicura? I consigli della nutrizionista

Elena Rizzo Nervo

Sull’insalata in busta si sente dire tutto e il contrario di tutto. Certamente si tratta di una delle innovazioni del settore agroalimentare di maggiore successo negli ultimi anni, perché risponde all’esigenza forse più imperante della nostra società: risparmiare tempo. Anche il noto programma televisivo Le Iene si è interessato a questo prodotto concentrandosi sulla carica batterica contenuta nelle insalate pronte e scatenando moltissime reazioni e domande da parte dei consumatori.

Dunque, l’insalata in busta fa male ed è pericolosa? Abbiamo chiesto alla dott.ssa Francesca Evangelisti – biologa nutrizionista – di aiutarci a fare chiarezza.

L’insalata in busta fa male? No, ma ci sono delle regole

insalata

Il confezionamento degli alimenti freschi è stato un vero e proprio boom e ormai non esiste supermercato dove nei banchi frigo vicino a frutta e verdure fresche non si trovino tanti ortaggi confezionati, in primis le insalate in sacchetto, un mix di diverse varietà quali lattuga, scarola, songino e gentile, a cui possono essere aggiunte altre verdure come carote, rucola e radicchio.

Ma possiamo fidarci? “In generale possiamo dire che si tratta di un prodotto sicuro, secondo quanto dimostrato da recenti studi che ne hanno analizzato la qualità. Ma è bene precisare che questo avviene solo se a monte, quindi da parte dei produttori, sono state rispettate le regole di preparazione e di conservazione e, a valle, le buone norme di utilizzo da parte del consumatore”, chiarisce la nutrizionista. In caso contrario l’insalata in busta può risultare un alimento dannoso e, in alcuni casi, pericoloso. Infatti, “il problema principale è rappresentato dai batteri. Infatti, se il prodotto non è ben preparato o conservato possono crearsi le condizioni ideali ad una proliferazione batterica, molto spesso ad opera di Escherichia coli e listeria, la cui ingestione può provocare un’intossicazione alimentare e seri disturbi gastrointestinali”, avverte l’intervistata.

Conservazione e gamma

È utile precisare che le insalate in busta sono classificabili come “prodotti di quarta gamma”, per la loro modalità di utilizzo. “La gamma è un tipo di conservazione che fa specificatamente riferimento a prodotti freschi per cui, nel caso delle verdure, la prima gamma comprende quelle fresche, la seconda gamma le verdure conservate e sott’aceto, la terza gamma le verdure surgelate, la quarta gamma quelle confezionate già pronte al consumo ed infine, la quinta gamma, verdure sempre pronte al consumo ma cotte”. Naturalmente i prodotti di quarta gamma, essendo pronti al consumo, devono rispettare delle specifiche norme di preparazione igienico-sanitarie (dettate dalla legge 77/2011 del 13 agosto 2015), al fine di assicurare la freschezza e la qualità del prodotto e, quindi, tutelare il consumatore. Vediamo di cosa si tratta.

Come viene lavata l’insalata in busta

insalata in busta

Per prima cosa l’insalata, dopo la raccolta, deve essere attentamente ripulita da residui di terra e da eventuali insetti presenti e poi accuratamente lavata in acqua potabile con aggiunta di amuchina, dosata ovviamente in maniera da evitare il sapore di cloro nel prodotto finale. Inoltre, durante tutte le fasi di preparazione è assolutamente importante mantenere la catena del freddo, “ovvero mantenere una temperatura uniforme inferiore agli 8°C, per far sì che il prodotto si mantenga fresco e pulito ed impedire ai batteri di proliferare”. Il lavaggio, in genere doppio e attuato in vasche a continuo ricambio di acqua, deve pertanto avvenire in sale climatizzate ed utilizzando acqua ghiacciata. Terminato il ciclo di pulitura e lavaggio, il prodotto viene asciugato, “al fine di eliminare eventuali ulteriori residui di terra che possono ancora essere presenti sulle foglie”, eventualmente tagliato e infine confezionato, il tutto sempre in sale climatizzate a bassa temperatura.

Il confezionamento 

Il confezionamento, che viene fatto ad atmosfera “normale” senza creare il vuoto, impedisce all’ossigeno di penetrare nella busta, evitando la fuoriuscita di anidride carbonica prodotta dalle foglie, che continuano a mantenersi vive e a respirare”. Questo processo garantisce la creazione di un microambiente simile a quello dei prodotti in atmosfera modificata, impedendo l’avvizzimento delle foglie e lo sviluppo di eventuali muffe. Terminato il confezionamento, i prodotti imbustati devono essere trasportati in camion frigo fino ai banconi refrigerati dei supermercati.
“Ora – specifica l’intervistata – se tutte queste fasi di preparazione non vengono rigorosamente rispettate, il prodotto non si mantiene fresco e può costituire un problema per la nostra salute in quanto al suo interno si possono sviluppare, come detto, batteri”. Tuttavia, “non c’è ragione di ritenere che le insalate in busta possano recare problemi di questo tipo per cui possono essere acquistate e considerate sicure”.

Resta tuttavia il fatto che non potendo verificare se le fasi di preparazione del prodotto siano state conformi alle regole da seguire, è meglio applicare alcuni buoni accorgimenti, sia al momento dell’acquisto che al momento del consumo diretto. Vediamo i consigli della nutrizionista.

Insalata in busta: 7 consigli per un corretto consumo

mangiare insalata

Lavare bene

È sempre buona norma lavare le insalate confezionate prima del consumo, anche se sulla confezione è riportata la dicitura “prodotto confezionato e già lavato”. Può capitare infatti che il lavaggio non sia stato fatto nella maniera dovuta per cui l’insalata, anche se apparentemente pulita, non lo risulta al 100%. Il miglior lavaggio è quello con acqua e bicarbonato.

Evitare di acquistare i sacchetti gonfi di aria

La temperatura durante il processo di preparazione e trasporto, può non risultare sempre costantemente al di sotto degli 8°C, (soprattutto durante gli spostamenti da uno stabilimento ad un altro), per cui potrebbero sopravvivere alcuni microrganismi e se lo fanno, trovando le condizioni giuste per proliferare. Dobbiamo inoltre considerare che, una volta giunte al supermercato, le insalate in busta vengono riposte immediatamente nei banchi frigo e precisamente nelle scansie più basse, come abbiamo visto parlando di come conservare in frigo. Qui spesso la temperatura non si mantiene costante spesso perché i reparti frigo vengono continuamente aperti, o perché le buste vengono ammucchiate con la conseguenza che quelle che si ritrovano più in alto subiscono una temperatura inevitabilmente maggiore: “come risultato, i sacchetti si gonfiano di aria per effetto di processi fermentativi ad opera batterica”.

Fare attenzione alla data di scadenza

E’ sempre bene acquistare le insalate in busta con data di scadenza che vada avanti nel tempo perché “più siamo in prossimità della scadenza, più è facile che proliferino i batteri, dal momento che il prodotto è via via meno fresco”.

Evitare sbalzi di temperatura

Non interrompere mai la catena del freddo. Quando si acquista, è consigliabile riporre l’insalata in una busta frigo, soprattutto in estate quando la temperatura esterna è alta e, appena a casa, riporla immediatamente in frigorifero.

Leggere bene l’etichetta

Imparare come leggere le etichette dei prodotti. E’ molto importante per capire se si tratta di un prodotto di quarta gamma oppure no, poiché in caso contrario si tratta di un prodotto che prima del consumo deve essere lavato d’obbligo. È il caso, per esempio, delle insalate confezionate contenenti rucola o germogli di fieno greco, una tipologia ormai molto diffusa. La superficie rugosa della rucola, infatti, facilita il deposito e la conseguente proliferazione batterica, per cui è bene “lavarla accuratamente, strofinando con forza le foglie, ripetendo l’operazione più volte; i germogli di fieno greco invece andrebbero addirittura cotti, in quanto facilmente contaminabili da Escherichia coli”.

Insalata integra e senza odori

Verificare lo stato dell’insalata, sia al momento dell’acquisto che al momento del consumo. “Se all’interno della confezione, infatti, sono presenti delle foglie di colore verde scuro, annerite, avvizzite o recanti bordi marcescenti, significa che il prodotto si sta alterando ed è iniziata una proliferazione batterica”. Al momento del consumo, anche l’olfatto può aiutarci in tal senso poiché se è cominciata una proliferazione batterica l’insalata ha un odore sgradevole. In genere questi problemi sono comunque più frequenti se l’insalata è tagliata a piccoli pezzi poiché il taglio genera la rottura delle cellule fogliari con la fuoriuscita di acqua e succhi che costituiscono terreno fertile per i batteri. Molto importante anche “evitare le buste che presentano condensa all’interno e che contengono foglie attaccate al cellophane, prediligendo quelle dove i pezzi hanno dimensioni regolari (se insalata è tagliata).

Consumare rapidamente l’insalata

Una volta aperta la confezione, consumare l’insalata immediatamente o, comunque, massimo entro 24 ore, “in quanto le foglie si degradano molto rapidamente. Per lo stesso motivo è sempre buona norma consumare tutta l’insalata dopo l’apertura della busta, senza riporne una parte in frigo”.

Quindi, l’insalata in busta fa male? “Possiamo concludere dicendo che se le insalate in busta rispettano le norme igienico-sanitarie di preparazione e conservazione, sono alimenti sicuri, con quali tuttavia è sempre bene utilizzare qualche accorgimento in più, quali sicuramente il lavaggio, a prescindere che il prodotto si presenti già lavato e pronto all’’uso”. Vale la pena ricordare, infine che “è sempre consigliabile prediligere prodotti freschi, soprattutto perché le verdure cominciano a perdere le sostanze nutritive poco dopo essere state raccolte, e tale processo viene certamente accelerato dal taglio, operazione spesso effettuata sul prodotto confezionato”. Infine, per un’analisi completa di pro e contro, non va dimenticato che le insalate in busta, proprio per la preparazione che richiedono, hanno un costo decisamente maggiore rispetto al prodotto fresco.
Le insalate in estate sono certamente comode e fresche e si inseriscono bene all’interno di una dieta equilibrata. Attenzione però alle temperature, per cui se vi è utile, date un’occhiata a come conservare correttamente le verdure e la carne.

Giornalista pubblicista, Elena è nata a Bologna, dove vive e lavora. Per Il Giornale del Cibo si è sempre occupata di attualità, sana alimentazione e sostenibilità. Il suo piatto preferito é il Gâteau di Patate, "perché sa conquistare tutti, unendo gusto e semplicità". Per lei in cucina non può mancare una bottiglia di vino, "perché se c'è il vino c'è anche la buona compagnia".

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