Cluster bio Mediterraneo

Expo 2015: la Sicilia guida il Cluster Bio Mediterraneo

Silvia Trigilio

Tutto ruota attorno a pane, olio e vino, ovvero grano, olive e uva: ogni paese mediterraneo può confermarlo. L’agricoltura mediterranea, nei suoi millenni di storia, ha dato i suoi frutti e li ha combinati così bene, da aprire le porte ad uno stile alimentare che tutto il mondo ci invidia. Che la dieta mediterranea abbia proprietà semi- miracolose per il nostro organismo, infatti, non c’è dubbio, e se qualcuno ne avesse ancora, ad eliminarli del tutto ci ha pensato l’Unesco, dichiarandola  Patrimonio dell’Umanità. A farne un modello, tuttavia, è anche il suo rapporto con l’agricoltura, un esempio di sostenibilità ambientale che Expo 2015 metterà in bella vista.

Per meditare su questi punti, farli mantecare, lievitare, e digerire al meglio,infatti, c’era bisogno di un ampio spazio di riflessione. Per questo si è pensato al Cluster Bio Mediterraneo, il più grande tra questi spazi condivisi da più nazioni, che costituiscono una novità assoluta nella storia delle Esposizioni Universali. Sotto la guida della Sicilia, 11 paesi del Mediterrano rifletteranno insieme su come Nutrire il Pianeta e trovare nuova Energia per la Vita, all’interno di una struttura che ricalca l’architettura delle nostre città: una grande piazza semicoperta, intorno alla quale sono disposti i Padiglioni dei vari paesi.

Dieta mediterranea: cultura in tavola

Vera e indiscussa protagonista del Cluster, guest Star di Expo 2015, neanche a dirlo, è lei, la Signora Dieta Mediterranea: scrigno di sapori e pratiche agricole le cui radici, vecchie 3000 anni, fungono da modello per il futuro dell’alimentazione.

Un modello gastronomico, anzitutto, con i suoi sapori intensi ed equilibrati, che con naturalezza riescono a sposare culto del gusto e abitudini salutari.

Un modello agricolo che, dall’alto dei suoi 3000 anni di storia, si rivela ancora oggi l’unico valido per continuare a Nutrire il Pianeta producendo Energia per la vita: perché fondato sul rispetto del territorio e sulla biodiversità.

Infine, un modello culturale, perché il cibo è un insieme di pratiche, usanze, conoscenze che nel corso dei secoli, in questo mare, si sono stratificate e, talvolta, fuse. Per i popoli mediterranei mangiare è un rito, che mette insieme e rielabora i prodotti della natura, facendone spesso simboli culturali e religiosi. A garantirne la sopravvivenza sono una serie di di tradizioni, di antichi mestieri che ruotano attorno alla pesca e all’agricoltura e che, a loro volta, si conservano grazie a questa dieta. A questo rito, questi dedicano più tempo di quanto non facciano gli altri.

Il cluster-agorà: sostenibilità in piazza

I greci la chiamavano agorà: la piazza più grande della città, quella che ospita il mercato, e in cui ci si incontra per dialogare, per instaurare nuove relazioni.

Il Cluster Bio Mediterraneo, nella forma e nella sostanza, fa suo questo modello, e pone il mare e il cibo al centro del suo grande spazio.

Il pavimento della struttura è di tue tonalità d’azzurro, per richiamare le sfumature del mare che bagna le diverse nazioni. Al centro della grande piazza, eredità dei vecchi mercati, non possiamo che trovare il cibo: cucine all’aperto, in cui verranno preparati i piatti della tradizione e realizzati showcooking. Accanto ai fornelli, un’esposizione di prodotti, scelti tra quelli che caratterizzano la dieta mediterranea.

All’interno della piazza, inoltre, una mostra racconterà luoghi e cibi che popolano questo ricco bacino, e lo farà integrando tra loro tre linguaggi artistici: assisteremo al racconto per immagini, al racconto letterario e al racconto cinematografico.

La Sicilia alla guida

A tenere il timone di questo mare di odori e sapori, sarà l’Italia, o meglio, la Sicilia: la Regione gestirà infatti l’area ristorazione, le mostre e il programma di eventi previsto all’interno del Cluster. Il perché è presto detto: le sue complesse e multiculturali vicende storiche ne fanno il simbolo e il risultato della fusione di culture, civiltà e pietanze di questo bacino.

Dall’olio di oliva ai pomodori, passando per il cous cous, la Sicilia infatti, come ha fatto notare responsabile del progetto Cluster Stefano Gatti, vanta le eccellenze degli alimenti e dei prodotti che costituiscono il DNA della dieta mediterranea.

Un ruolo importantissimo per la regione, ma anche un’ottima vetrina per l’immagine italiana ad Expo 1015.

 

 

 

Nata ad Augusta, in provincia di Siracusa, vive a Bologna, dove lavora per l'agenzia di comunicazione Noetica. È direttore responsabile de Il Giornale del Cibo, per cui si occupa di Food Innovation. Il suo piatto preferito è l'insalata di polpo, a patto che sia fresco e cotto bene, perché "è un piatto semplice che riesce a portarmi a casa senza prendere l'aereo". Per lei in cucina non possono mancare il limone, l'origano, l'olio buono e una bottiglia di vino bianco.

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