Disturbi del comportamento alimentare

Disturbi del comportamento alimentare: la situazione in Italia

Matteo Garuti

I disturbi del comportamento alimentare sono molti e diversi fra loro. Negli ultimi anni, le persone che accusano patologie di questo tipo sono sempre di più, specialmente considerando i giovani. Ci siamo già occupati delle cause dei disturbi alimentari, parlando anche dei possibili trattamenti curativi. Questa volta la dottoressa Luisa Zoni, dietologa dell’Ospedale Bellaria-Maggiore di Bologna, ci aiuterà a fare chiarezza sulle caratteristiche e sull’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare, oltreché sulle malattie indotte da un’alimentazione scorretta.

I disturbi del comportamento alimentare e la loro incidenza

La dottoressa Zoni ci parla dell’incidenza dei disturbi del comportamento alimentare, annoverando le più comuni patologie che i medici diagnosticano. “I disturbi del comportamento alimentare sono in aumento. L’incidenza delle forme anoressiche è stata abbastanza stabile negli ultimi 10-15 anni. Fortunatamente, la diagnosi avviene prima rispetto al passato, perché la conoscenza di questa malattia è migliorata.”

Bulimia in aumento

Diversa è la situazione se si parla di bulimia. “I disturbi del comportamento alimentare di tipo bulimico sono molto in aumento, specialmente quelli da alimentazione compulsiva, che non sono facilmente definibili e la cui diagnosi resta complessa. L’anoressia e la bulimia hanno criteri di diagnosi ben specifici, mentre per altri disturbi del comportamento alimentare non è lo stesso.”

La dottoressa precisa che “Esistono molte altre modalità compulsive, che pur non palesando lo stesso livello di perdita di controllo tipico dell’anoressia e della bulimia, sono comunque da prendere in considerazione seriamente. Queste forme sono molto numerose, e sono più frequenti fra i soggetti che non eliminano il cibo ingerito come fa il bulimico. Chi mangia in modo compulsivo, quindi, tende a ingrassare.”

Bulimia

Cresce soprattutto l’alimentazione compulsiva

“Fra i disturbi del comportamento alimentare, oltre all’anoressia e alla bulimia, una terza patologia è ormai riconosciuta ufficialmente: si tratta del binge eating, il disturbo da alimentazione incontrollata.”

La dottoressa spiega come si presentano le principali patologie e alcuni dei motivi per cui la diagnosi del binge eating risulta più difficile. “L’anoressico è magro, mentre il bulimico può essere magro o più raramente normopeso. Il binge eater, invece, è sovrappeso e talvolta obeso. Molti obesi, tuttavia, hanno un’alimentazione disturbata senza arrivare alla gravità dei tre disturbi del comportamento alimentare che ho appena citato, e questi casi sono tantissimi.”

L’alimentazione compulsiva può compromettere l’efficacia degli interventi chirurgici contro l’obesità. “Seguendo i pazienti operati di chirurgia bariatrica (chirurgia che si occupa del trattamento dei pazienti affetti da obesità, ndr), questi disturbi del comportamento alimentare dovrebbero essere di per sé un fattore che limita l’accesso all’intervento. Tuttavia, molto spesso il chirurgo non si preoccupa di questo, e l’intervento finisce per essere poco efficace, perché il soggetto continua a mangiare male.”

Perché si diffondono i disturbi del comportamento alimentare

Secondo la dottoressa Zoni “Alla base dei disturbi del comportamento alimentare c’è una componente psicologica molto influente. Parlando di stili di vita, invece, notiamo una schizofrenia di fondo nella società, che rende assai ardua la sfida contemporanea contro l’epidemia di obesità e diabete. Sui media, le indicazioni nutrizionali corrette sono soverchiate dalle pubblicità di cibo spazzatura. Per ogni indicazione giusta ci sono dieci o dodici pubblicità di junk food. In televisione vengono proposti continuamente contest culinari di vario tipo, oltre ai messaggi pubblicitari che citavo poc’anzi. I media, le aziende e la pubblicità presentano il cibo in maniera bulimica, mentre i medici si sforzano per promuovere stili di vita corretti, ma con pochi risultati. Questa è la realtà.”

Disturbi alimentari Italia

La dottoressa Zoni puntualizza che “Anche dopo aver diagnosticato patologie gravi, è difficile riuscire a cambiare le abitudini di persone che per tutta la vita hanno vissuto e mangiato senza controllarsi. Forse alcune aziende dovrebbero fallire per poter ridurre i problemi, ma questo non è possibile in un sistema di mercato. Le campagne salutistiche, come si nota, devono muoversi in un contesto ostile che ne limita l’efficacia.”

Patologie legate all’alimentazione

Oltre ai disturbi del comportamento alimentare appena descritti, si devono fare i conti con le più comuni patologia collegate a un’alimentazione scorretta. La dottoressa ricorda che “Tutti mangiamo, e i problemi di salute in qualche modo hanno a che fare con l’alimentazione. Sulle patologie di tipo metabolico e cardivascolare – il diabete, l’obesità, l’ictus, l’infarti, l’ischemia, e altre – c’è una discreta influenza del comportamento alimentare. Oltre un terzo degli infarti sono legati a problemi di alimentazione.”

La “diabesità” e il rischio di tumori

“L’obesità e il diabete, a loro volta, dipendono strettamente da quello che si mangia, tanto che da un po’ di tempo si parla di ‘diabesità’. Si tratta di un’epidemia mondiale che sta crescendo in modo esponenziale. Tutto ciò, ovviamente, è legato all’alimentazione. Oltre a questo, bisogna ricordare il tema della prevenzione oncologica. Si stima che il 30-35% dei tumori abbia un cofattore alimentare alla base, dovuto a una cattiva nutrizione. Teniamo presente che l’alimentazione povera di fibra e l’obesità sono riconosciuti come fattori di rischio oncologico effettivi. Questi due fattori, insieme al fumo, all’alcol e l’inattività fisica, formano il gruppo delle cinque causali conclamate dei problemi oncologici. L’alimentazione scorretta, quindi, influisce negativamente, e soprattutto va a sommare i suoi effetti nefasti con quelli del fumo e dell’alcol, ad esempio.”

Prevenire e contrastare alcune malattie

Un’alimentazione mirata, invece, può aiutare a combattere alcune malattie, aggiunge la dottoressa Zoni. “Ci sono una serie di problematiche in cui l’alimentazione gioca un ruolo correttivo. L’insufficienza renale, ad esempio, si giova di diete povere di proteine, che se seguite correttamente riescono a posticipare notevolmente il passaggio dalla terapia conservativa alla terapia con dialisi. Nel caso del morbo di Parkinson, quando si inizia la terapia con la levodopa (farmaco per il trattamento del Parkison, ndr) è importantissimo passare a una dieta in cui a colazione e a pranzo non siano presenti fonti proteiche, perché inattiverebbero l’efficacia del farmaco. In questo caso, perciò, vanno seguite diete in cui le proteine siano assunte solo dalla cena in poi, come avviene in ospedale, eventualmente con delle supplementazioni apposite. L’influenza dell’alimentazione in questo caso è positiva e curativa, come appunto nel caso della dieta per l’insufficienza renale. Un’altra situazioni in cui la nutrizione può essere decisiva è la prevenzione dei problemi cardiovascolari, legati al colesterolo alto e all’arteriosclerosi. È chiaro che un’alimentazione scorretta, di contro, favorisce queste patologie, incentivando la comparsa dei problemi.”

 

I giovani e i disturbi del comportamento alimentare

Obesità

Parlando di giovani, la dottoressa Zoni descrive una situazione tutt’altro che rosea. “Nei giovani coi quali abbiamo a che fare – mi riferisco anche ai ragazzini – c’è una sorta di dissociazione fra quello che si studia a scuola, dove si fanno meritevoli percorsi di educazione alimentare, e quello che poi succede fuori dalla scuola, dove spesso si mangia male. Quando in ambulatorio arriva un ragazzino con problemi di obesità, per prima cosa si dice che non è il ragazzino che va messo a dieta, bensì è tutta la famiglia che deve entrare in un meccanismo di controllo. Frequentemente veniamo criticati per questo modo di interpretare il problema. Ci sono famiglie che capiscono e si attivano, ma generalmente ci si sente dire che il problema è del ragazzo, e per questo è lui a doversene fare carico. Magari a dirlo è un genitore sovrappeso… Con delle prerogative del genere, è chiaro che il ragazzo sarà sempre svantaggiato nell’assumere uno stile alimentare che contrasti la tendenza all’obesità. Spesso, inoltre, bisogna lavorare sull’atteggiamento iperprotettivo delle nonne, ma si sa che le nonne sono la tomba delle diete…”

E voi cosa ne pensate dei disturbi del comportamento alimentare e delle malattie legate all’alimentazione? Avete delle esperienze da raccontare?

Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

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