cibo e storie

Coccofame & Spiedino [Racconto]

Adriana Angelieri

Dalla metamorfosi di Kafka a Moby Dick, la letteratura ha sempre raccontato e trasmesso i valori sociali e culturali del cibo attraverso le sue opere. Per valorizzare e testimoniare questo legame, abbiamo voluto rilegare, in senso metaforico, una serie di racconti legati al cibo, frutto della mano e dell’animo creativo di talentuosi scrittori.

I raccontini saranno pubblicati su Il Giornale del Cibo ogni mercoledì, non perdeteli!

 

Coccofame & Spiedino

Di Viola Ardone

Di nuovo la solita storia: Coccofame piangeva a dirotto e il suo lamento risuonava per tutta la giungla. Gli altri animali però ormai lo avevano capito: erano lacrime di coccodrillo.

Ogni volta che Coccofame riusciva a farsi un nuovo amico, arrivata l’ora di pranzo o di cena, gli veniva talmente tanta fame che a un certo punto non resisteva più e… glùppete… se lo pappava. Ma un attimo dopo iniziava a piangere, triste e sconsolato.

– Non riuscirò mai ad avere un amico, resterò per sempre solo!

Ma era il suo istinto. Era un coccodrillo, un predatore, che ci poteva fare?

Un giorno Coccofame sentì qualcosa agitarsi tra i cespugli vicino alla riva del fiume.

– E tu che cosa sei?, – disse Coccofame.

– Sono un bambino, – rispose un ragazzino con le lentiggini sul naso e i grandi occhi castani. – Il mio papà è un esploratore di giungle. Tutti mi chiamano Spiedino… Giochiamo?

Coccofame non poteva credere alle proprie orecchie! Un vero bambino, come aveva sempre sentito raccontare nelle favole dalla sua nonna. E voleva diventare suo amico!

Coccofame e Spiedino giocarono ad acchiappa-acchiappa, a vola-e-nuota, a salta-e-gira, a nascondi-e-trova, a schizza-e-sguazza.

A fine giornata Coccofame era felice: finalmente aveva trovato un grande amico! Solo che, a un certo punto, Coccofame iniziò ad avere fame. Guardò Spiedino e lo vide tondo, morbido e appetitoso. E così, all’improvviso, spalancò le fauci e… glùppete

Ma restò a bocca aperta. Spiedino, lesto lesto, gli aveva infilato un grosso spiedo di legno tra le mandibole, che erano rimaste aperte e grondavano acquolina…

Spiedino cacciò fuori dal suo zainetto: farina, lievito, pomodori e mozzarella. Unì la farina e il lievito con l’acqua, impastò tutto, stese la pasta e la guarnì con i pomodori e la mozzarella. Fece cuocere il disco di pasta per tre minuti e poi lo lanciò nella bocca spalancata di Coccofame, proprio nel momento in cui lo spiedino di legno si spezzava. Coccofame si avvicinò con i suoi denti affilati e… glùppete… mangiò la pizza in un sol boccone.

– Buona!, – disse. – Ne vorrei altre trentasette… – e Spiedino gliele preparò.

Nei giorni seguenti, ogni volta che Coccofame non ci vedeva più dalla fame, Spiedino gli infilava un bastoncino tra i denti e gli preparava una specialità: crocché di patate, peperoni imbottiti, parmigiana di melenzane, frittatina di maccheroni, pasta e ceci, zucchine alla scapece, zeppole e panzarotti e spaghetti aglio, oglio e peperoncino…

Un giorno Coccofame e Spiedino stavano giocando a scaccola-e-attacca quando a Coccofame venne fame. Spiedino però quel giorno non aveva con sé il solito zainetto con gli ingredienti e nemmeno lo spiedino di legno per bloccare le fauci del suo amico. Coccofame spalancò la bocca avvicinandosi sempre di più… Però, quando guardò Spiedino, non vide una succulenta bracioletta di carne morbida e tiepida, ma solo il suo grande amico, e capì che l’amicizia è più forte dell’istinto e che, in fin dei conti, tutti possiamo cambiare, se lo vogliamo!

Coccofame allora disse: – Amico mio, ho un certo languorino… Che ne dici se preparo un cinquantina di pizze fritte con cicoli e ricotta?

E così Coccofame diventò un cuoco sopraffino e insieme al suo amico Spiedino aprì il primo ristorante vegetariano della giungla per umani e animali e lo chiamò: “Dente o zanna, basta che se magna”.

 

viola ardone

Napoletanaclasse 1974laureata in lettere moderne, e con un diploma in danza classica, Viola Ardone, si occupa di teatro lirico e di prosa, pubblicando saggi ed articoli per le Edizioni del Teatro di San Carlo.

Per diversi anni lavora nel campo editoriale come redattrice e autrice di testi scolastici. Oggi insegna italiano e latino al liceo scientifico.
La ricetta del cuore in subbuglio è il suo primo romanzo pubblicato da Salani. 

Siciliana trasferita a Bologna per i tortellini e per il lavoro. Per Il Giornale del Cibo revisiona e crea contenuti. Il suo piatto preferito può essere un qualunque risotto, purché sia fatto bene! In cucina non devono mancare: basilico e olio buono.

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