cibi afrodisiaci

Cibi afrodisiaci: mito o realtà? Ecco cosa dice la scienza

Matteo Garuti
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    L’idea di mangiare cibi afrodisiaci ci alletta dagli albori della civiltà, accomunando – pur con indicazioni e credenze differenti – culture del mondo molto diverse tra loro. Come esistono cibi che fanno bene al cuore o ad altre funzioni dell’organismo, anche gli aspetti psico-fisici che favoriscono il benessere sessuale possono essere sostenuti e coadiuvati dalle sostanze introdotte con l’alimentazione. La lista dei prodotti accreditati di tali proprietà è piuttosto lunga, ma l’efficacia è reale oppure si tratta solo di credenze e di effetti dovuti alla suggestione? E quanto influisce la percezione soggettiva? In questo approfondimento cercheremo di saperne di più, riportando i risultati di alcune ricerche scientifiche sull’argomento.

    Cibi afrodisiaci: ci crediamo da sempre

    Dall’alba dei tempi, la ricerca del piacere accomuna cibo e sesso, e altrettanto antica, in questo senso, è la speranza di trarre benefici da quello che si mangia. Questo approccio ha avvicinato culture e civiltà lontanissime fra loro, ognuna delle quali ha eletto al grado di cibi afrodisiaci diversi alimenti, erbe e spezie. In passato, erano soprattutto forme e colori a colpire l’immaginario dei nostri avi, che potevano associare mele, pere e ostriche alla femminilità, frutti ricchi di semi – come fichi e melagrane – alla fertilità, e alla virilità alimenti esteticamente riconducibili ai genitali maschili.

    A stimolare l’immaginazione, grazie alla crescita dei commerci, è stato l’esotismo dei prodotti importati dai nuovi mondi – come le patate – ai quali spesso erano attribuiti poteri anche nelle regioni native, se si pensa ad esempio alle spezie.

    Istintivamente, si associavano all’eros gli alimenti con queste qualità:

    1. produzione di calore, quali il pepe e il peperoncino;
    2. forme riconducibili agli organi genitali, come i cibi sopra citati;
    3. cibi associati alla riproduzione, le uova in primis;
    4. prodotti esotici e rari, in particolare se caratterizzati da gusti e aromi forti.

    Queste associazioni e credenze, di per sé, non hanno nessuna base scientifica, anche se, come vedremo, alcuni presunti cibi afrodisiaci in qualche modo si sono confermati tali, per il loro contenuto nutrizionale o per determinati aspetti funzionali.

    Gli aspetti psico-fisici funzionali all’eros

    Per comprendere meglio i presupposti alla base delle credenze sui cibi afrodisiaci, si possono distinguere due diversi ambiti di interazione con l’organismo, tradizionalmente riconosciuti.

    1. Stimolanti ed eccitanti. Questa prima tipologia – la più empirica e in buona parte associata agli aspetti sopra elencati – è associata all’aumento della libido e del desiderio sessuale, a loro volta legati all’aumento della temperatura corporea, del battito cardiaco e dell’energia fisica.
    2. Alimenti funzionali per le loro proprietà nutrizionali. Nel grande insieme dei cibi afrodisiaci, molti sono annoverati grazie al contenuto di nutrienti utili alle funzioni corporee che concorrono all’efficienza sessuale e ormonale, a partire dall’apparato cardiovascolare. Come vedremo, in questo senso le ricerche scientifiche talvolta offrono una sponda, confermando un’effettiva azione positiva, seppur limitata e in genera a beneficio di tutto l’organismo.

    Cibi afrodisiaci: cosa dicono le ricerche?

    peperoncino e altri alimenti afrodisiaci

    Africa Studio/shutterstock.com

    Innanzitutto, bisogna precisare che sono pochi gli alimenti per i quali sono stati svolti specifici studi per testare un’azione afrodisiaca, peraltro nessuno di questi ha dimostrato di stimolare direttamente gli organi sessuali umani.

    Come attesta una ricerca pubblicata nel 2010 su The Journal of Sexual Medicine, in questo ambito va sottolineata la sostanziale differenza tra i cibi e i farmaci in commercio, concepiti per sopperire a determinate disfunzioni fisiche e non di rado usati impropriamente, per migliorare le prestazioni.

    Tuttavia, per alcuni alimenti ed erbe sono stati verificati lievi effetti, come avremo modo di evidenziare tra poco. Non va del tutto trascurato, inoltre, il ruolo – empirico e soggettivo – della suggestione, favorito dalla stimolazione sensoriale. Questo meccanismo può essere innescato dai cibi, che a loro volta sono in grado di suggerire il sesso alla mente, stimolando il desiderio nel corpo.

    Quali sono gli alimenti considerati afrodisiaci?

    I primi a essere riportati sono alimenti veri e propri, sui quali sono state condotte ricerche sul potere afrodisiaco, come il cioccolato e il Parmigiano-Reggiano.

    Cioccolato

    cioccolato fondente

    Africa Studio/shutterstock.com

    Come abbiamo visto in un nostro approfondimento, il cioccolato fondente e le fave di cacao sono spesso menzionati fra i cibi afrodisiaci, grazie al potere stimolante e ai benefici per il sistema cardiovascolare, proprietà apprezzate ed esaltate già dalle civiltà precolombiane del Centro America. Il cioccolato è uno dei pochi alimenti sui quali si siano condotti studi sugli effetti propedeutici al sesso, in particolare partendo dal prezioso contenuto di polifenoli, bioflavonoidi e feniletilammina. Pur ribadendo le qualità nutrizionali di questo alimento e il suo essere un toccasana per l’umore, però, finora non è stato dimostrato un ruolo specifico e misurabile nell’aumento della libido o nello stimolo degli organi genitali, come attesta una ricerca del 2016.

    Parmigiano-Reggiano

    Il formaggio italiano più famoso nel mondo, secondo una vulgata popolare, sarebbe anche un potente afrodisiaco, probabilmente per via del suo elevato valore nutrizionale. Anche se mancano ancora studi scientifici su un campione umano, una ricerca del 2012 – curata da professori del Dipartimento di Scienze biomediche dell’Università di Modena e Reggio Emilia – dimostrerebbe un miglioramento dell’attività sessuale su ratti di laboratorio nei test di accoppiamento. Questa proprietà sarebbe dovuta agli aminoacidi liberi, dei quali il Parmigiano-Reggiano è ricco, e tra questi la tirosina è un precursore della dopamina, associata al desiderio sessuale. In attesa di ulteriori approfondimenti, l’apprezzamento per il re dei prodotti tipici italiani non può che aumentare.

    Pesce azzurro e ostriche

    ostriche e limone

    hlphoto/shutterstock.com

    Se il pesce azzurro, come abbiamo visto, è ricco di omega 3, vitamina D e proteine nobili, le ostriche sono tra i cibi afrodisiaci più blasonati, consumate in quantità da Casanova e collegate al sesso, soprattutto per l’allusione che le associa ai genitali femminili. In dosi modeste, questi molluschi apportano zinco e tirosina, nutrienti propedeutici alla produzione di ormoni e dopamina, ma niente basi scientifiche in tema di eros.

    Verdure e semi

    A far rientrare gli asparagi tra i cibi afrodisiaci sarebbe principalmente la loro forma, e sembra che in Francia, almeno dall’Ottocento, ci fosse la consuetudine di servirne tre piatti ai promessi sposi un giorno prima delle nozze. Pur essendo ricchi di nutrienti potenzialmente utili anche all’eros – potassio e vitamine del gruppo B ed E – al momento mancano basi scientifiche per confermare questa azione.

    Zucca, carote e pomodoro sono ricchi di beta-carotene, funzionale alla produzione di testosterone, così come il boro contenuto nella barbabietola, mentre i funghi apportano selenio, minerale prezioso per la circolazione. Tuttavia, consumarli solo a beneficio del sesso sarebbe illusorio.

    Noci, nocciole, mandorle, girasole, sesamo e altri semi, invece, contengono vitamina E, minerali e acidi grassi omega 3 e omega 6, utili a sostenere la produzione ormonale e soprattutto la salute, nel complesso. Anche in questo caso, non abbiamo prove sugli effetti afrodisiaci.

    Frutti

    uva

    shutterstock.com

    Frutti dell’amore per eccellenza, le banane forniscono potassio e vitamina B6, mentre l’avocado, chiamato dagli Atzechi “albero dei testicoli”, contiene anche piridossina e vitamina B9, tutti elementi importanti per la produzione ormonale, come per molte altre funzioni fisiche.

    La melagrana e i frutti di bosco apportano vitamine A, B e C, antiossidanti e ossido nitrico, ottimi per la salute, anche se non bastano per dimostrarne l’effettivo potere afrodisiaco, discorso che vale anche per i fichi, ricchi di antiossidanti, vitamine, polifenoli e flavonoidi. La citrullina contenuta nel cocomero, invece, ha destato interesse per le sue proprietà rilassanti e vasodilatatorie, ma purtroppo questo amminoacido non-essenziale è concentrato nella buccia. Dolcezza, forma a cuore e colore rosso portavano gli antichi a ritenere le fragole cibi afrodisiaci per eccellenza, ma l’ottimo contenuto di vitamina C non è sufficiente per confermare questa dote.

    Al di là del potere afrodisiaco, mangiare frutti prima dei rapporti – specialmente quelli più aromatici come l’ananas e la papaia – migliora odore e sapore delle secrezioni corporee, mentre per lo stesso motivo è sconsigliabile il consumo di carne, formaggi, caffè, tabacco e alcolici. Questi ultimi possono essere funzionali al sesso solo se consumati con il partner con moderazione, per allentare insieme l’inibizione, mentre gli eccessi sono sempre controproducenti e nocivi per tutto l’organismo, come abbiamo visto in un nostro approfondimento.

    Erbe, radici e condimenti

    Come per gli alimenti sopra citati, anche in questa lista saranno elencati prima i vegetali sui quali sono stati realizzati studi mirati sugli effetti afrodisiaci.

    Ginseng e maca

    radice di ginseng

    shutterstock.com

    Il ginseng, noto per il suo potere energizzante e stimolante per la circolazione, è uno dei pochissimi prodotti alimentari per i quali sono state dimostrate proprietà funzionali all’eros, pur sottolineando la necessità di condurre ulteriori approfondimenti su campioni più ampi. In particolare, come evidenzia una review del 2008, è stata verificata un’efficacia nel trattamento non invasivo della disfunzione erettile, con un dosaggio di 3 grammi al giorno. Questo prodotto, del resto, fin dall’antichità è apprezzato in Oriente per le sue numerose proprietà.

    I risultati scientifici appena riportati hanno fatto ben sperare anche per la maca, nota come “ginseng delle Ande”, un superfood che abbiamo citato nel nostro approfondimento sulle radici commestibili. Uno studio del 2006, però, ha smentito questa possibilità.

    Spezie e miele

    Lo zenzero è un ricostituente, rende più gradevole l’odore delle secrezioni corporee e favorisce la circolazione, grazie al contenuto di gingerolo e zingiberene, proprietà stimolanti abbastanza simili a quelle di zafferano, chiodi di garofano, noce moscata, anice, cannella, pepe, cardamomo e timo. L’unica spezia per le quali sarebbero state provate virtù afrodisiache – seguendo i risultati di una ricerca pubblicata nel 2012 – è però la curcuma, anche se i test riguardano solo i ratti e la robustezza scientifica è ancora scarsa. Per via del buon contenuto di vitamine del gruppo B, utili alla produzione di testosterone, anche il miele viene spesso menzionato tra gli afrodisiaci.

    Peperoncino, aglio e tartufo

    Afrodisiaco per antonomasia, il peperoncino da sempre si associa alla passione, per la sua estetica e per le sensazioni provocate dal suo consumo, che agisce come vasodilatatore e tonificante per le arterie, oltre ad aumentare la temperatura corporea. La capsaicina, alla quale si devono questi effetti, sarebbe anche uno stimolante per la prostata, facilitando l’eiaculazione, mentre il pizzicore attiva le terminazioni nervose della lingua e la produzione di adrenalina ed endorfine.

    Ad accompagnare il peperoncino, almeno in Italia, non può che essere l’aglio, che ha una funzione anticoagulante e contiene ossido nitrico, elemento associato all’erezione. Oltre a non favorire le effusioni tra partner, però, il suo consumo finora non ha avuto prove di efficacia in chiave erotica.

    Una conclusione analoga vale anche per il tartufo, per il quale il contenuto di androsterone – associato alla produzione di testosterone – al momento non basta per provarne le doti afrodisiache.

    Oltre l’aspetto nutrizionale: stimolare sensi e ricordi

    Come abbiamo visto, mangiare i cibi comunemente considerati afrodisiaci solo per aspettarsi effetti mirati a beneficio dell’eros ha ben poco senso, mentre è sicuramente consigliabile seguire un’alimentazione sana e bilanciata, positiva per il benessere e l’efficienza di tutto il corpo.

    Ai fini dei rapporti di coppia, però, il ruolo del cibo non si esaurisce nell’apportare nutrienti o nel favorire determinate reazioni fisiche, partendo da caratteristiche chimiche. A prescindere dalle credenze e dalle effettive proprietà, infatti, alcuni alimenti possono stimolare la fantasia, e di conseguenza anche la fisiologia, in modo soggettivo e non predeterminato. Tanto meglio, chiaramente, se questa reazione è condivisa dal proprio partner.

    Ad accendere la scintilla dell’eros, al di là dei gusti personali, sono le peculiarità sensoriali dei cibi, che non a caso stimolano gli stessi meccanismi recettori attivati dal sesso.

    1. La vista è il senso più immediato, che, come abbiamo visto, può essere colpita da forme e colori particolari.
    2. Olfatto e gusto sono ovviamente i sensi più importanti per i cibi, afrodisiaci e non, e la gamma di sensazioni percettibili e apprezzabili è vastissima.
    3. Il coinvolgimento del tatto, invece, dipende dalla consistenza e dalla superficie degli alimenti, che ad esempio possono essere cremosi, lisci, ruvidi o croccanti, ma la stimolazione risulta completa quando un piatto riesce a unire molte caratteristiche diverse.
    4. In parte, anche l’udito può essere attivato quando si mangia, se si pensa ad esempio ai rumori piacevoli associati al consumo di portate croccanti, cremose, friabili, liquide o gelatinose.

    Allo stimolo diretto dei sensi, inoltre, si può aggiungere il piacere scaturito dai ricordi associati alla tavola, in particolare quelli legati a esperienze erotice passate, che un gusto o un profumo possono riportare alla mente. I cibi afrodisiaci più efficaci, quindi, sono quelli che ognuno di noi riconosce come tali, usando insieme palato, cuore e cervello.

     

    Quali sono per voi i cibi afrodisiaci? Avete esperienze da raccontarci?

     

    Fonti:

    ScienceDirect
    South African Journal of Clinical Nutrition
    Journal of Pharmacy and Nutrition Sciences
    British Journal of Clinical Pharmacology
    Health Science Journal of Indonesia

    Matteo è nato a Bologna e vive a San Giorgio di Piano (Bo), è giornalista, sommelier e assaggiatore di olio d'oliva, ha collaborato con il Dipartimento di Scienze e Tecnologie agro-alimentari dell'Università di Bologna. Per Il Giornale del Cibo si occupa di attualità, salute, cultura e politica alimentare. Apprezza i cibi e le bevande dai gusti autentici, decisi e di carattere. A tavola ama la tradizione ma gli piace anche sperimentare: per lui in cucina non può mancare la creatività, "perché è impossibile farne a meno!"

    2 risposte a “Cibi afrodisiaci: mito o realtà? Ecco cosa dice la scienza”

    1. beppe ha detto:

      Cara Deborah, articolo molto interessante e soprattutto illuminante.
      Personalmente ritengo che valga sempre la pena di sfatare falsi miti, anche se a volte innocui come questo. Il tuo articolo dimostra anche che sfatare falsi miti ci consente di risparmiare non poco. Penso ad esempio alla differenza abissale di prezzo che ci può essere tra i cibi afrodisiaci del mito e quelli molto più reali da te suggeriti. Gli abituè di certe cenette sopravviveranno alla realtà? Gli amanti accetteranno di essere conquistati e conquistare con una zaffata di aglio anziché con un plateaux di ostriche? Ed i ristoratori cosa ne penseranno?
      Speriamo di non rischiare una sommossa popolare.
      cordialmente
      Beppe

      • Deborah Ascolese ha detto:

        Caro Beppe,
        ti ringrazio molto per il tuo commento.
        Per quanto riguarda gli amanti dei cibi afrodisiaci, credo che alla fine dovranno anch’essi lasciarsi “conquistare” dall’aglio, il cui potere afrodisiaco è testimoniato fin dall’antichità. Addirittura, pare che l’etimologia della parola stessa derivi dal termine celtico “all”, traducibile con “caldo, bruciante”. Pensi che queste informazioni possano bastare per convincerli?
        Un caro saluto,

        Deborah

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